Vai al contenuto

Alexei Navalny, l’oppositore di Putin è stato condannato a tre anni e mezzo di carcere

02/02/2021 20:23

Alexei Navalny è stato condannato a 3 anni e mezzo di carcere accusato di aver violato la libertà vigilata. Il più importante oppositore del presidente Vladimir Putin, ne aveva infranto i termini per problemi gravi di salute. Secondo il governo russo non sono state portate abbastanza prove a riguardo e quindi oggi, per lui, arriva la condanna definitiva.

>> Caso Navalny, Putin: “Non lo abbiamo avvelenato, chi ha bisogno di lui?”

Alexei Navalny

Alexei Navalny è stato condannato

Il leader dell’opposizione russa Alexei Navalny è stato condannato oggi, 2 febbraio 2021, a tre anni e mezzo di carcere. L’accusa? Aver infranto la libertà vigilata. Alexei aveva violato i termini stabiliti ma a causa di problemi di salute molto gravi dovuti ad un avvelenamento. Il 28 dicembre del 2020, infatti, la polizia russa aveva ordinato a Navalny l’immediata presenza per un controllo. Se non l’avesse fatto per lui vi era pronto un ordine repentino di carcerazione. Ma Alexei era in Germania, in quel momento, per ricevere le cure successive all’avvelenamento tramite agente nervino. Sulla base di queste affermazioni al processo si è discusso sul fatto che Navalny fosse legittimamente impossibilitato a tornare in Russia. I suoi avvocati dovevano infatti dimostrare che le sue condizioni di salute gli impedivano di prendere un aereo. Ma invece l’accusa sostiene che potesse tornare e che non lo abbia fatto di sua spontanea volontà.

Alexei Navalny

Alexei accusa Vladimir Putin di tentato omicidio

Il dibattito continua perché il leader dell’opposizione russa ha affermato che, secondo lui e secondo diverse ricostruzioni giornalistiche, l’avvelenamento sarebbe stato ordinato dai servizi di sicurezza russi. Anche in tribunale, Navalny, ha sostenuto che la condanna è stata dettata da motivi politici. Secondo diversi corrispondenti internazionali che hanno assistito al processo, Navalny stesso si sarebbe difeso dicendo che si trovava prima in coma, poi in terapia intensiva, e di aver inviato non appena possibile i documenti che testimoniavano la sua situazione clinica. L’oppositore Alexei Navalny, secondo i giornalisti presenti in tribunale, ha sostenuto un’arringa con intenti politici più che legati la sua causa. Durante il suo discorso avrebbe accusato, ancora una volta, Vladimir Putin di aver tentato di ucciderlo. Riferendosi al suo avvelenamento tramite agente nervino. Alexei, contro Putin avrebbe affermato: «C’erano Alessandro il Liberatore e Jaroslav il Saggio. Beh, ora avremo Vladimir l’Avvelenatore di Mutande».

Il giornalista esperto di politica Russa, Max Seddon, parla di un giorno storico per il paese che «Avrà conseguenze rilevanti sulla politica russa del prossimo futuro». Infatti durante il suo discorso in tribunale Alexei Navalny ha dichiarato: «Chi combatte e non ha paura, perché non potete mettere in prigione tutto il paese». >> tutte le news di Urbanpost