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Amministrative, grillini furiosi con Conte dopo i ballottaggi. La “sciabolata” di Calenda

19/10/2021 14:55 - Aggiornamento 19/10/2021 15:41

Amministrative 2021 – I tempi delle dirette sui social nella fase più acuta della pandemia sono un lontano ricordo. Allora i ritardi del premier creavano suspense, ora fanno il vuoto. Perché Giuseppe Conte non è più il presidente del Consiglio, anche se continua ad atteggiarsi ancora come se lo fosse. Pochette a quattro punte, a parte. Conte è oggi il leader del M5s, che a differenza della tornata elettorale di giugno 2016, non è stato tra i protagonisti delle ultime comunali. La «vittoria trionfale», per usare un’espressione di Enrico Letta, è stata quella del Pd. Il segretario dei Dem, al settimo cielo, ha detto: «Ho sempre imparato che la cosa più importante è ascoltare gli elettori. E loro sono più avanti di noi, si sono saldati e fusi, quelli del centrosinistra e della coalizione larga che ho voluto costruire». Mentre al Nazareno venivano rilasciate queste importanti dichiarazioni, Conte si trincerava in un mutismo, che avrebbe fatto infuriare i grillini.

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Amministrative 2021, grillini furiosi con Conte dopo i ballottaggi. La “sciabolata” di Calenda

Alle 18 di ieri la linea decisa dai vertici pentastellati era stata quella del silenzio. Soltanto un’ora dopo, intorno alle 19, lo staff di Conte avrebbe deciso di pubblicare un post per commentare l’esito delle votazioni. “Tutti i leader hanno commentato l’esito dei ballottaggi, è possibile che, ancora una volta, siamo gli unici a non avere una linea?”, si domandava uno dei parlamentari grillini più inquieti, secondo quanto riferito dall’Adnkronos. Un virgolettato che fa capire, neppure troppo tra le righe, che c’è una folta schiera di grillini che fa fatica a capire il modus operandi di Conte. In verità non solo loro: che cosa è diventato oggi il M5s? Quale sarebbe la visione politica dell’avvocato del popolo? È lui il leader con più gente ai comizi, quello che viene acclamato dalla folla (soprattutto dal gentil sesso) a colpi di “Giuseppe girati”; il capo di partito che riceve più like e complimenti in basso ai post sulla sua pagina ufficiale. Ma, se c’è una verità venuta a galla come un tappo di sughero a queste elezioni amministrative, è che la politica non si fa a colpi di “mi piace”; gli elettori vanno riconquistati nelle piazze, per strada, sul territorio.

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“Il vero protagonista di questa tornata è in modo drammatico l’astensionismo”, dopo il silenzio il post sui social

Conte lo ha intuito e difatti sui social ha dedicato un messaggio alla poca affluenza alle urne: “Il vero protagonista di questa tornata di ballottaggi è in modo drammatico l’astensionismo. Un astensionismo che sfiora il 60% è un dato che deve farci riflettere e dovrebbe allarmare tutte le forze politiche. Il Movimento 5 Stelle ha il dovere di dare una risposta a chi non crede più nella Politica come soluzione. C’è poco da parlare e molto da fare. A partire dalla nostra immediata riorganizzazione, dalla nostra rinnovata capacità di saper rispondere ai territori, al cuore del nostro Paese”. Ed è un fatto su cui dovranno riflettere tutti, soprattutto a destra: i cittadini hanno perso fiducia nelle istituzioni per la pandemia? O più semplicemente sono i partiti che hanno perso di credibilità anche per la mala gestione dell’emergenza Covid? Certamente sul disinteresse della gente comune, che non si riconosce nella classe dirigente e guarda alla politica con disincanto, ha inciso l’arrivo di Draghi a Palazzo Chigi. Ma torniamo al leader del M5s che a proposito dei risultati dei ballottaggi ha detto: “Il Movimento 5 Stelle a Roma, Torino e Trieste sarà all’opposizione. Lavoreremo in modo costruttivo ma senza fare sconti a chi governerà le città perché la nostra stella polare sarà sempre l’interesse esclusivo dei cittadini”. Leggi anche l’articolo —> Verso l’addio di Quota 100: Fornero detta la linea e boccia le pensioni anticipate

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Amministrative 2021, Conte pronto per il centrosinistra?

Conte ha poi ringraziato Virginia Raggi e Chiara Appendino, le grilline sconfitte alle amministrative, ma non ha speso alcuna parola sul Pd. Tutto questo mentre Letta parlava di un “campo largo”, aprendo a Matteo Renzi, ma pure a Carlo Calenda. E proprio quest’ultimo si è sbracciato nelle ultime ore, tirando una sciabolata al M5s«Attenzione, la sconfitta di sovranisti e populisti risulterà vana se continuerete a dare ossigeno ai 5S e a non capire che la frattura oggi è tra elettorato responsabile, democratico ed europeista e chi cavalca disagio e paure. A destra e a sinistra. Compito delle forze liberali è trovare una sintesi. Per farlo occorre però essere netti sul rapporto tra politica e business/lobby e sul rinnovamento della classe dirigente», ha detto Calenda, rivolgendosi proprio al leader del Pd. Un “boccone amaro” per Conte, che però può contare sulla mano tesa dello stesso Letta, che lo ha ringraziato per l’endorsement  a Roma. “Sono molto convinto che Conte con grande intelligenza politica abbia gestito bene una fase non semplice per lui da quando ha deciso di prendere in mano il M5S sta gestendo bene questa fase complicata”, le parole durante la festa per Gualtieri, che lo ricordiamo era l’ex ministro dell’Economia nel governo Conte II.