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Antonio Logli: «Roberta torna a casa», l’appello alla moglie a 8 anni dalla scomparsa

19/11/2020 17:21 - Aggiornamento 19/11/2020 17:31

Caso Roberta Ragusa: arriva con otto anni di ritardo l’appello del marito Antonio Logli che, dal carcere di Massa dove è rinchiuso perché condannato a 20 anni di reclusione per l’omicidio della moglie, la invita a tornare a casa.

ANTONIO LOGLI LETTERA APPELLO A ROBERTA RAGUSA

«Roberta torna a casa»: a 8 anni dai fatti, Logli lancia un appello alla moglie

Ebbene sì, dopo avere adottato la strategia del silenzio (su indicazione dei suoi difensori, ha giustificato Logli) per anni, respingendo ogni tentativo di avvicinamento da parte dei cronisti, adesso il marito di Roberta Ragusa fa appello proprio alla stampa. Dalla cella urla la sua innocenza, continua a sostenere la testi dell’allontanamento volontario e lancia un appello, rivolgendosi alla moglie come se fosse ancora in vita. Dichiara pubblicamente di volerle bene e la esorta a tornare a casa. Tutte cose, queste, che non ha mai manifestato in alcun modo nella immediatezza della scomparsa della moglie, quando erano in corso le ricerche e ancora stava in piedi la speranza che di allontanamento volontario si trattasse.

Ma le indagini e tre processi hanno dimostrato che Roberta non è più in vita. Sebbene il suo corpo non sia mai stato rinvenuto, per la Giustizia italiana la donna è stata uccisa, proprio da suo marito. Ne è stata addirittura ufficializzata la morte. Ma Logli continua a professarsi innocente e spera, attraverso un nuovo pool al lavoro per lui, di poter far riaprire il caso ed ottenere la revisione del processo.

Roberta Ragusa uccisa per motivi economici

Divorziare da Roberta Ragusa avrebbe comportato per Logli un grave contraccolpo economico, in primis la perdita del controllo sull’Autoscuola Futura gestita in comproprietà con la consorte. Roberta Ragusa secondo la ricostruzione messa nero su bianco nelle motivazioni della sentenza, la notte in cui scomparve uscì di casa sconvolta, dopo avere appreso che l’amante del marito, con la quale l’uomo parlava al telefono nascostamente in soffitta, era la sua amica Sara Calzolaio, giovanissima baby sitter dei loro figli. Ci fu una lite tra loro per la divisione dei soldi e Roberta fuggì in strada in preda alla disperazione. Logli la seguì in auto per strada e la fece sparire. Come e dove ad oggi non è dato sapere. Certo è che le tracce di Roberta Ragusa si sono perse sulla via Gigli. Per sempre.

ANTONIO LOGLI LETTERA APPELLO A ROBERTA RAGUSA

Antonio Logli si rivolge alla moglie come se fosse ancora in vita

A Giallo, rivolgendosi al giornalista Gian Pietro Fiore, Antonio Logli scrive una lettera: “Caro Gian Pietro… Mi hanno dipinto come un mostro, e continuano a farlo. Ma non tengono conto che sono stato il primo e tutt’oggi sono il primo ad essere preoccupato per la sorte di Roberta. È vero che ho una compagna ma ciò non toglie che a lei, Roberta, le voglio un bene dell’anima. Alessia e Daniele hanno bisogno di lei. Anzi se ci potesse leggere o vedere il vostro giornale, le chiedo di tornare”.

Logli, assistito dalla criminologa Anna Vagli e dall’avvocato Simone Giordano, non si dà per vinto: vuole ottenere la revisione del processo. Nel suo sfogo rimarca l’importanza di Roberta per i loro due figli. Per avere accusato di inattendibilità il testimone chiave dell’inchiesta che ha, di fatto, portato alla sua incriminazione e condanna, Logli di recente è stato querelato da Loris Gozi. “Non ho mai offeso né denigrato la sua persona. Mi sono soltanto limitato a ribadire la mia innocenza. Io quella sera non c’ero. La cosa che è più strana è che non ha nemmeno mai riconosciuto Roberta nella donna che dice di aver visto con me”. Ha detto Logli al riguardo nella sua missiva al settimanale Giallo.

ANTONIO LOGLI LETTERA APPELLO A ROBERTA RAGUSA

«A Roberta voglio un bene dell’anima»

Se Roberta tornasse a casa “tutto si risolverebbe”. Ma davvero Logli crede che sua moglie sia viva? Se così fosse, significherebbe che la notte a cavallo fra 13 e 14 gennaio 2012, Roberta sia scappata a piedi, in pigiama e pantofole, senza portare niente con sé. E, soprattutto, abbandonando i suoi adorati figli che fino a qualche minuto prima aveva dolcemente salutato dandogli la buonanotte. Una ricostruzione per l’accusa surreale, priva di fondamento, che non ha mai retto a processo. “Tutti devono sapere che sono innocente”, continua a ribadire lui, sostenuto dai figli e dalla futura nuova moglie, Sara Calzolaio. Potrebbe interessarti anche —> Loris Gozi querela Antonio Logli, lo sfogo: «La mia vita è un inferno, ho detto solo la verità»