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Omicidio Gianna Del Gaudio: chiesto l’ergastolo per il marito Antonio Tizzani

27/11/2020 18:58 - Aggiornamento 27/11/2020 19:06

Omicidio Gianna Del Gaudio, chiesto l’ergastolo per Antonio Tizzani. Secondo l’accusa avrebbe sgozzato la moglie al culmine di una lite in casa, e indossava i guanti quando si è macchiato dell’orrendo crimine. «L’ha uccisa brutalmente», ha precisato oggi in aula a Bergamo la pm Laura Cocucci, che ha chiesto per l’ex ferroviere anche 4 anni e 6 mesi di condanna per maltrattamenti.

Chiesto l’ergastolo per Antonio Tizzani

Giunge alle battute finali il processo a carico di Tizzani. Unico indagato e imputato per l’efferato delitto della professoressa in pensione, sgozzata in cucina intorno alla mezzanotte del 26 agosto 2016 nella villetta a Seriate (Bergamo) in cui abitava con il coniuge. «Tizzani ha brutalmente ucciso la moglie, capro espiatorio delle sue frustrazioni per la vita da pensionato senza più stimoli», così la pm che oggi 27 novembre 2020 ha chiesto per lui il massimo della pena.

Il Dna sul taglierino è una prova a tutti gli effetti

Il Dna di Antonio Tizzani sulla lama del taglierino arma del delitto è una prova a suo carico, l’accusa ne è convinta. Vero è che il Dna di un ignoto, rinvenuto sui guanti in lattice contenuti nel sacchetto delle mozzarelle che avvolgeva il cutter usato per il delitto, è altamente compatibile con quello isolato su Daniela Roveri (la manager fu uccisa a Colognola nel dicembre dello stesso anno con identiche modalità). Dato inconfutabile che tuttavia non minerebbe l’impianto accusatorio a carico di Tizzani. Inverosimile e contraddittoria, a detta della pm, la versione fornita da Tizzani, che accusa del delitto un misterioso “uomo incappucciato” di cui gli inquirenti non hanno mai trovato traccia alcuna. Il prossimo 2 dicembre, data della prossima udienza, sarà la volta della difesa di Antonio Tizzani.

antonio tizzani serial killer

La difesa di Tizzani ha diversi assi nella manica

Non solo il Dna del delitto Roveri sovrapponibile a quello repertato sulla scena del crimine di Seriate. Per la difesa di Tizzani ci sarebbero altri elementi importanti che allontanerebbero i sospetti dall’uomo. In particolare altre tracce di sangue mai repertate. L’impronta di una mano insanguinata sullo stipite di una porta e altre tracce di sangue sui muri.

C’è poi quella esigua ed ormai esaurita, considerata ‘prova regina’ dalla Procura, sulla lama del taglierino arma del delitto, che per l’accusa appartiene ad Antonio Tizzani. Traccia che però la difesa contesta. Per il genetista Giorgio Portera, infatti, si tratterebbe di una altamente probabile “contaminazione”. Ovvero del trasferimento, avvenuto in laboratorio, di una traccia (presente su un altro reperto) all’interno del taglierino. Il match con il profilo genetico di Tizzani è infatti emerso solo dopo quattro amplificazioni della traccia genetica in questione, e non nell’immediatezza delle analisi scientifiche. Corrispondenza che poi non sarebbe più emersa nelle amplificazioni successive. Potrebbe interessarti anche —> Gianna Del Gaudio processo, il marito intercettato: «L’ho uccisa io»