Bimbo ucciso a Città della Pieve – Ultimi aggiornamenti, Sabato 9 ottobre 2021. Nuovi agghiaccianti dettagli emergono sul caso del piccolo di due anni che sarebbe stato straziato dalla madre 44enne in Umbria, alle porte di Perugia. Dopo l’efferato delitto, di cui è accusata, la donna, Katalina Erzsebet Bradacs, ha portato il cadavere del bimbo in un supermercato di Po’ Badino, poi lo ha posato sul nastro della cassa e ha preso a gridare aiuto. Una messa in scena, secondo il Gip, difatti il crimine sarebbe stato progettato nelle ore precedenti. La Procura di Perugia ha chiesto, a supporto delle indagini, di estrapolare il contenuto dei telefoni cellulari sequestrati, verificando l’invio di sms, messaggi sui social o app di comunicazione, foto e video. “La Nazione” condivide oggi qualcosa di quel materiale choc rinvenuto dagli inquirenti: un vortice infernale. La donna, pare, abbia filmato il cadavere del figlio dopo aver straziato.
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Bimbo ucciso a Città della Pieve: la madre avrebbe filmato il corpo dopo averlo straziato
La “messa in scena, la preparazione di una giustificazione ancora prima di commettere il reato” in previsione di “qualcosa che stava programmando di fare e che purtroppo ha poi commesso denotano una davvero spiccata pericolosità sociale”. Questo è quanto sostiene la Procura di Perugia. Da un controllo a carico della donna il giorno precedente la morte del bambino, è emerso, come si legge nel provvedimento del Gip, che la 44enne aveva giustificato il possesso di un coltello poi sequestrato come “difesa personale”. Si diceva “spaventata dalla numerosa presenza di immigrati pericolosi”, che “violentano le donne e ammazzano i bambini”. Ma ad aver martoriato il corpo del piccolo di soli due anni sarebbe stata lei stessa. Con inaudita ferocia, senza pietà.
Katalina Bradacs si è contraddetta più volte: ora è in carcere
Katalina Bradacs si è contraddetta più volte in queste settimane: prima ha parlato di un incidente, poi dell’aggressione da parte di un uomo di colore. Versioni che non hanno mai convinto gli agenti, che ora sarebbero in possesso di filmati sconcertanti: “Oggi decine e decine di file, tutti datati e con orari scanditi, raccontano agli investigatori che la donna aveva già diffuso tra i suoi contatti a Budapest una quantità di materiale digitale tale da dettagliare ogni istante precedente l’arrivo al negozio”, scrive Sara Minciaroni su “La Nazione”. Ma c’è di più: a carico della donna anche alcune telefonate deliranti al padre del bimbo: “Mi hai detto che il servizio sociale mi porterà via il bambino, perché qualcuno ha riferito che io sono un pericolo personale e pubblico, un pericolo per mio figlio. Grazie per avermi spaventata. Ma devi sapere che il bambino piange per questo. Perché sente la mia paura”. E ancora: “Chi sarà la sua mamma?”.
Bimbo ucciso a Città della Pieve con sette coltellate: decisiva l’accurata perizia dei Ris sul cellulare della madre del piccolo
Nella richiesta di convalida del pm è stata rilevata infatti la “pendenza” in Ungheria di una controversia con il padre del piccolo per il suo affidamento. Questa circostanza non è escluso che potrebbe aver indotto nella donna il timore che gli venisse sottratta la custodia del figlio. Potrebbe essere stato questo il movente del gesto. Un’accurata perizia dei Ris, già richiesta dal sostituto procuratore Manuela Comodi, dovrà accertare che tutti quei documenti provengano davvero dal cellulare della donna. In alcuni fotogrammi si vedrebbe addirittura il volto del bimbo sporco di sangue con lo sfondo rosso dei muri scrostati del casale a Città della Pieve, dove gli agenti hanno già fatto un sopralluogo. La 44enne, con un passato da ballerina nei night e nel mondo del porno, ora è in carcere. Non ha voluto parlare con il giudice per le indagini preliminari, ma ha incontrato il cappellano del penitenziario. Lunedì, secondo quanto scrive ‘Today’, avrà un colloquio con il suo legale, l’avvocato Enrico Renzoni. Leggi anche l’articolo —> Bimbo ucciso a Città della Pieve, trovato un coltello nella borsa della madre: fermata la 44enne