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Indagati 17 no vax del gruppo “Basta Dittatura”, chat sconcertanti: “Uccidere Draghi”

15/11/2021 11:40 - Aggiornamento 15/11/2021 11:48

“Uccidere Draghi”. È il messaggio choc più ricorrente nella chat di Telegram ‘Basta Dittatura‘, già finita sotto gli occhi degli inquirenti da qualche settimana. Ed è tra quelle conversazioni dal contenuto sconcertante che si riversa l’odio social nei confronti delle istituzioni “colpevoli” soltanto di aver messo in campo delle misure anti Covid. La polizia ha eseguito una serie di perquisizioni in 16 città italiane nei confronti di No Vax e No Green pass. Parliamo di 17 provvedimenti contro i più radicali affiliati al canale. Si ipotizzano i reati di istigazione a delinquere con l’aggravante del ricorso a strumenti telematici e istigazione a disobbedire le leggi.

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Indagati 17 no vax di “Basta Dittatura”, chat sconcertanti: “Uccidere Draghi”, nel mirino anche giornalisti e scienziati

La polizia sta eseguendo 17 decreti di perquisizione in diverse zone d’Italia nei confronti di attivisti No vax e No Green pass affiliati al canale Telegram “Basta Dittatura”. Nella chat, gli indagati avrebbero istigato all’uso delle armi. Il loro obiettivo? Colpire le più alte cariche dello Stato, compreso il presidente del Consiglio Mario Draghi. Non solo, nel mirino anche i rappresentanti delle forze dell’ordine, i medici, gli scienziati, i giornalisti e tutte quelle personalità pubbliche tacciate di “asservimento” e di “collaborazionismo” con la “dittatura”. Il canale “Basta Dittatura” era già stato oggetto di un provvedimento giudiziario di sequestro, nonché della decisione di chiusura da parte della stessa società, tenendo conto della gravità dei contenuti pubblicati. Ad eseguire gli accertamenti la Polizia Postale e la Digos di Torino, che hanno monitorato per diverse settimane, 24 ore su 24, il canale Telegram divenuto fulcro nell’organizzazione di proteste violente su tutto il territorio nazionale. Sotto attacco anche la popolazione vaccinata, che ha accettato di “rendersi schiava” del sistema. Tra gli indagati, come spiega “Tgcom24”, figurano anche soggetti incensurati finiti nella spirale dolorosa dell’odio online.

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Perquisizioni in 16 città italiane

Messaggi dai contenuti choc, con toni decisamente esasperati, con riferimenti espliciti a “impiccagioni”, “fucilazioni”, “gambizzazioni”, oltre ad allusioni dirette a “nuove marce su Roma”. Tra gli identificati anche soggetti che avevano promosso blocchi autostradali e ferroviari, ma anche attivisti che avevano partecipato alle manifestazioni in piazza nei giorni scorsi. La maxi operazione, come riporta “Open”, si è svolta in 16 città tra cui Ancona, Brescia, Cremona, Imperia, Milano, Pesaro Urbino, Pescara, Palermo, Pordenone, Roma, Salerno, Siena, Treviso, Trieste, Torino, Varese. Leggi anche l’articolo —> Contagi in aumento in Italia, le restrizioni per “salvare” il Natale: le ipotesi sul tavolo

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