Anche la stampa estera ha scoperto Jannik Sinner, e già da prima della finale vittoriosa di domenica agli Australian Open, dato il percorso trionfale di questi ultimi mesi del tennista altoatesino. Ai cronisti inglesi, in particolare, non è sfuggita l’assenza a Melbourne dei genitori di Jannik. Ma c’era un motivo se non erano in Australia a festeggiare, scopriamo quale. (Continua a leggere dopo la foto)
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La dedica di Jannik Sinner ai genitori
Nel discorso post-match dopo lo storico trionfo di Melbourne, Jannik Sinner ha rivolto un ringraziamento speciale ai propri genitori. “Vorrei che tutti avessero dei genitori come quelli che ho avuto io”. Dunque, il Daily Mail si è concentrato sull’assenza di Hanspetere e Siglinde Sinner, che in altre gare, anche agli stessi Australian Open, erano tra il pubblico a sostenere il figlio. Ma non alla finale contro il russo Medvedev. I britannici si soffermano, dunque, sulla dedica del 22enne campione agli stessi genitori, cui è legatissimo: “Non li vedo così spesso, purtroppo, ma quando li vedo è sempre un bel momento. Sono andato via di casa quando avevo 14 anni”. E ancora: “Sono i genitori perfetti. Ovviamente conosco solo loro: ma sono fantastici. E anche mio fratello, naturalmente”. La dedica, dopo la vittoria, è per loro: “Grazie per avermi lasciato libero di provare, vorrei che tutti i bambini potessero sentirsi così, senza pressioni”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il mistero della loro assenza
E quindi perché i coniugi Sinner non erano più a Melbourne domenica, il giorno della finale? Nessun “giallo”, il motivo è presto detto. Darren Cahill, allenatore del tennista italiano insieme a Simone Vagnozzi, ha rivelato che Hanspetere e Siglinde Sinner non potevano essere presenti perché sono rimasti a casa a lavorare in una stazione sciistica in cui gestiscono una casa vacanze, che scommettiamo d’ora in poi sarà gettonatissima, visto che vi si può spesso incontrare – impegni sportivi permettendo – lo stesso Jannik. I genitori di Sinner lavoravano nel Rifugio Fondovalle, località Sesto Pusteria, in Val Fiscalina e qui gestiscono “Haus Sinner”. Anche il fratello adottivo del campione, Mark, in passato ha espresso gratitudine per gli insegnamenti ricevuti dai genitori: “Ci hanno spronato a impegnarci, nello studio, nello sport e nel lavoro. Ma senza pressioni”, ha detto. “Senza pressioni”, dunque, è la formula ricorrente. (Continua a leggere dopo la foto)
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I genitori di Jannik, un esempio dentro e fuori dal campo
Lasciamo, dunque, parlare l’allenatore Simone Vagnozzi: “Se dobbiamo parlare di genitori, i genitori di Jannik sono meravigliosi, davvero meravigliosi“. Poi: “A volte vengono ai tornei, ma non dicono una parola sul tennis. Sono lì, si godono la vita del torneo, ma non vengono mai da noi e dicono: ‘Oh, sai, il servizio, beh, sai, questo, sai, il break point’. In questo momento non è facile trovare questo tipo di famiglie perché “con YouTube, tutti sono allenatori, soprattutto in Italia”. Gli ha fatto eco l’altro allenatore, Darren Cahill. “Ti piace quello che vedi con Jannik fuori dal campo, è incredibilmente rispettoso in campo”, ha commentato, aggiungendo: “Che si tratti degli arbitri o dei raccattapalle o delle persone in fila o di chiunque altro intorno – gli autisti dei trasporti, le persone nei ristoranti – è stato educato molto bene e ha i piedi per terra”. E i suoi genitori? “sono esattamente uguali a lui”.
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