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Cina virus, testimonianza inedita di un’infermiera: «I casi di contagio sono 90mila»

27/01/2020 09:10 - Aggiornamento 31/01/2020 16:39

La situazione per il virus misterioso che dalla Cina si sta – neanche lentamente – espandendo al resto del mondo è tutt’altro che sotto controllo. Lo stesso presidente cinese Xi Jiping ha confermato circostanze sempre più gravi. I contagi aumentano nel corso delle ore e si è registrata persino la prima trasmissione da uomo a uomo, al di fuori della Cina, in Vietnam. Qui, il familiare di una persona che era stata in visita a Wuhan è stato contagiato probabilmente quando il virus era ancora asintomatico. «Possibile – come spiegato da Massimo Galli, primario dell’ospedale Sacco di Milano – che il familiare di ritorno dalla Cina in Vietnam abbia trasferito l’infezione quando non aveva ancora sintomi: è nel novero delle cose che possiamo considerare e prevedere».

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Cina virus, la testimonianza choc di un’infermiera

Gli aggiornamenti già preoccupanti che di ora in ora arrivano dalla Cina si fanno ancor più allarmanti innanzi alla testimonianza scioccante di un’infermiera che sostiene di lavorare nell’ospedale di Wuhan, la città da cui – ormai notoriamente – è partito il contagio. La donna, tramite un video social, denuncia una situazione ben diversa da quella comunicata ufficialmente dal governo. Parlerebbe, infatti, di numeri assolutamente differenti da quelli riferiti da media e giornali. Il contagio da coronavirus riguarderebbe, stando alla testimonianza, numeri gravissimi: «Oltre 90mila persone sono state contagiate. – dice facendosi portatrice di una richiesta di soccorso – Aiutateci, attualmente le nostre risorse non sono sufficienti». Cifre esorbitanti, assolutamente distanti dai 2 mila contagi resi noti dal governo.

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Controlli maggiori in Italia, improbabile il rimpatrio dei connazionali a Wuhan

In questa complicatissima situazione, si rende sempre più difficile il rimpatrio degli italiani a Wuhan. Una cinquantina di connazionali per i quali sembra «molto improbabile che la Cina voglia rompere il fronte del divieto di lasciare la città». Gli sforzi della Farnesina per un’evacuazione di massa potrebbero quindi non avere successo. Intanto, negli aeroporti della penisola sono scattate nuove misure di prevenzione. «Negli aeroporti di Roma Fiumicino e Milano Malpensa – ha riferito Giuseppe Ruocco, Chief Medical Officer nelle istituzioni europee e internazionali per il Ministero della Salute – viene controllata la temperatura dei passeggeri a bordo degli aerei provenienti dalla Cina».

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