Ciontoli nuovo processo: l’Appello bis sull’omicidio di Marco Vannini potrebbe avere come protagonista principale, in qualità di persona informata sui fatti e chiamata a testimoniare in aula proprio dalla difesa, Viola Giorgini.
Viola Giorgini parlerà in aula: avrà l’obbligo di dire la verità
Viola fu accusata inizialmente di sola omissione di soccorso ma venne assolta già in primo grado. La ragazza, quindi, nel secondo processo d’appello sul caso Vannini parlerà non da imputata e nel deporre avrà l’obbligo di dire la verità. Dovrà ripetere ancora una volta cosa accadde la sera del 17 maggio 2015 in casa di Antonio Ciontoli, quando Marco fu ferito da un colpo di arma da fuoco, e nell’arco temporale successivo allo sparo. Non è escluso inoltre che le venga chiesto conto di quella frase sibillina detta all’allora fidanzato Federico Ciontoli, subito dopo essere sentita dal magistrato: “Ti ho parato il c***”.
Come si legge su Terzobinario.it, Viola Giorgini “non sarà più difesa dagli avvocati Andrea Miroli e Pietro Messina. Per una motivazione tecnica – probabilmente l’incompatibilità degli stessi legali – si è vista costretta a scegliersi un nuovo difensore. La scelta è ricaduta su Cesare Planica, attuale presidente della Camera Penale di Roma”. L’avvocato della famiglia Vannini, Celestino Gnazi, ospite a Chi l’ha visto? poche sere fa, ha lanciato un appello alla Giorgini, invitandola a dire tutto quello che sa. A dire la verità. Ed anche il professor Alessandro Meluzzi (QUI l’intervista integrale) ha detto ad UrbanPost che proprio la ragazza potrebbe rivelarsi “il possibile anello debole del sistema di menzogna” messo in piedi dai Ciontoli. Viola sarà ascoltata il prossimo 9 settembre 2020 e c’è dunque molta attesa per la sua deposizione.
L’audio ripulito di Marco Vannini non ammesso al processo
La Corte d’Appello di Roma ha tuttavia respinto le richieste della parte civile di accogliere la consulenza della Emme Team (che ha ripulito l’audio rivelando le parole esatte delle suppliche inascoltate di Marco Vannini) e la testimonianza della vicina di casa di Ciontoli, Maria Cristina. “La Corte non ha ammesso le perizie audio perché ritiene di avere elementi sufficienti per il giudizio, non perché sono inutili”, ha spiegato l’avvocato Gnazi a Chi l’ha visto? Potrebbe interessarti anche —> Ciontoli nuovo processo, Federico (irriconoscibile) in aula: «Ho paura che qualcuno mi spari»