Vai al contenuto

Colpo di Stato in Myanmar: arrestata Aung San Suu Kyi, annunciato “stato di emergenza”

01/02/2021 08:33 - Aggiornamento 01/02/2021 08:35

Colpo di stato in Myanmar: l’esercito birmano ha annunciato l’imposizione di uno stato di emergenza per la durata di un anno arrestando la leader Aung San Suu Kyi, eletta democraticamente. Con lei anche i principali membri della Lega Nazionale per la Democrazia. Le notizie provenienti dalla Birmania trapelano con grande difficoltà dal momento che le trasmissioni della radiotelevisione pubblica sono state interrotte nella notte e la rete internet ha subito gravi sospensioni.

Leggi anche >> Crisi di governo, per salvarsi Conte si aggrapperà alla Farnesina?

Colpo di Stato in Myanmar

Colpo di stato in Myanmar, la mossa a poche ore dal primo incontro in Parlamento

La mossa dell’esercito segue settimane di crescenti tensioni tra i militari, al governo del Paese per quasi mezzo secolo. Sotto accusa la vittoria del partito della Lega Nazionale per la Democrazia – di cui San Suu Kyi è leader – alle elezioni svoltesi nel novembre dello scorso anno. L’esercito, pur senza prove, accusa di esser stato vittima di brogli. San Suu Kyi e il presidente Win Myint sono stati arrestati prima dell’alba nella capitale, Naypyidaw, a poche ore dal primo incontro in Parlamento dopo le elezioni. Attraverso il proprio canale televisivo i militari hanno poi annunciato lo stato di emergenza per un anno facendo sapere che l’ex generale Myint Swe sarà presidente ad interim per tutta la durata.

Colpo di Stato in Myanmar

“Enormi irregolarità” nelle elezioni: la tesi dei militari

Il colpo di stato è stato giustificato dai militari con la presenza di “enormi irregolarità” nelle elezioni di novembre. Anomalie che la commissione elettorale non era riuscita a risolvere. “Poiché la situazione deve essere risolta secondo la legge, – hanno comunicato i militari nel loro annuncio – viene dichiarato lo stato di emergenza”. Immediata la posizione del governo a stelle e strisce: gli Stati Uniti “continuano ad affermare il loro forte appoggio per le istituzioni democratiche” della Birmania e “in coordinamento con i nostri partner nell’area, chiediamo alle forze armate e a tutte le altre” parti in causa “di aderire alle norme democratiche e di rilasciare i detenuti”.

Condannando il colpo di Stato in Myanmar, gli Stati Uniti hanno chiesto il ripristino della democrazia. “Gli Stati Uniti – ha detto in una dichiarazione la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki – si oppongono a qualsiasi tentativo di alterare il risultato delle recenti elezioni o di ostacolare la transizione democratica del Myanmar, e agiranno contro i responsabili se questi passi non saranno invertiti”. >> Consultazioni governo, Fico: “E’ emersa disponibilità a confronto sui temi”