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Come nasce la tradizione della befana?

05/01/2022 08:59 - Aggiornamento 06/01/2022 20:40

‘L’Epifania tutte le feste porta via’ con questo proverbio popolare si concludono ogni anno tutte le feste Natalizie. Il 6 gennaio è per i cristiani il giorno in cui i Re Magi arrivano con i loro doni alla grotta di Gesù, ma questo è anche un momento di gioia per tutti i bambini perché nella notte tra il 5 e il 6 gennaio arriva la befana con i suoi regali.

Ma come nasce questa tradizione?

La tradizione della befana è tutta italiana, non esistono altri paesi che includono questa figura nelle loro festività. La befana compare prima del cattolicesimo, e la chiesa si scontrerà fortemente con questa figura intorno al IV secolo d.C., per poi accoglierla negli anni come rappresentazione del dualismo tra il bene e il male. Il nome befana deriva dal termine greco epifaneia, un termine vicino ad Epifania, ed è per questo che arriva il 6 gennaio. 

La figura della vecchietta è legata al mondo agricolo e rurale, sempre ricco di storie, miti, leggende e tradizioni, collegate ai raccolti e alla vita contadina. Gli studi su questa figura sembrano associarla a quella delle dee pagane, che 12 giorni dopo il solstizio d’inverno, volavano sopra i campi per renderli più fertili e permettere di avere raccolti abbondanti. Anche l’usanza di bruciare un’immagine, che riproduce la befana, è fortemente influenzata dalla società contadina. Tutt’ora in alcune regioni del nord Italia, il 6 gennaio si prepara una grande pira con l’immagine della vecchietta all’apice. La direzione del fumo viene utilizzata per predire se l’anno in entrata sarà ricco di raccolti o se bisognerà aspettarsi un periodo di carestia.

Com’è l’immagine della befana?

Quando pensiamo alla befana pensiamo a una donna anziana, piuttosto bruttina e con un lungo naso. Nell’immagine popolare la vecchietta è mal vestita, con un abito con le toppe, un grembiule e un cappello un po’ sgualcito, e si sposta da una casa all’altra con una scopa, anche questa piuttosto vecchia e malandata. L’aspetto poco curato e rovinato della befana venne utilizzato come raffigurazione dell’anno passato e quindi vecchio e logoro. Sembra che la rappresentazione della vecchietta sia stata ‘copiata’ dal personaggio di Berchta, un’immagine presente in Austria e Germania, che rappresenta una donna cacciatrice che domina e protegge il mondo animale.

Cosa porta la befana?

Negli anni i regali portati dalla befana sono diventati più ‘ricchi’, ma all’inizio due erano le scelte o caramelle e dolcetti, per i bambini che si erano comportati bene, o carbone per quelli che avevano combinato qualche marachella. I doni venivano messi dalla befana in una calza, che i bambini appendevano vicino al fuoco. Importante era lasciare alla simpatica anziana qualche snack, come un bicchiere di latte, un biscotto o, nella tradizione popolare, anche un buon bicchiere di vino.

Oggi al posto di una calza in lana, si utilizzano calze colorate e preparate per l’occasione. In tutti i supermercati si trovano calze già preparate con all’interno dei dolcetti, come quelle presentate nel nuovo volantino Lidl, con simpatici disegni della vecchietta.

Cos’è rimasto oggi di questa tradizione?

Oggi poco è rimasto dell’idea della Befana come figura benefica per il mondo rurale o come simbolo di prosperità. Questa simpatica vecchietta viene però ancora molto apprezzata dalle famiglie, i bambini aspettano i suoi regali e i genitori ne approfittano per ricordare loro di comportarsi bene e rispettare le regole.

Negli ultimi anni inoltre, si è diffusa l’usanza di far calare la befana dal campanile più importante della città. Questo evento viene, ad esempio, organizzato nelle città di Pistoia, Pordenone, Lecco, ma anche in alcuni piccoli comuni italiani.