Vai al contenuto

Comunali Roma 2021, lo scambio PD-M5S: Raggi confermata, Veltroni al Quirinale

08/09/2020 18:42 - Aggiornamento 10/09/2020 11:58

Mancano ancora due anni, ma la scacchiera per la candidatura del prossimo presidente della Repubblica è già pronta. E si collega direttamente anche alle comunali di Roma del 2021. A gestire la partita pare essere Goffredo Bettini, lo stesso che sostiene che “quello che conta non è il potere, ma l’influenza che uno sa esercitare”. Lui, da buon burattinaio quale ha già dimostrato di essere, sa esattamente dove andare a puntare. Per esempio, a un equo scambio di sostegno: se il Movimento 5 Stelle decide di appoggiare Walter Veltroni al Quirinale, allora i Dem sosterranno la ricandidatura di Virginia Raggi. Ma saranno tutti d’accordo con questo piano?

>>Leggi anche: Giuseppe Conte, Buttafuoco: «Dovrà scapparsene di notte», la visione strategica di Sallusti

comunali roma 2021

Comunali Roma 2021, il baratto di Bettini

Come ha scritto Camilla Conti su La Verità, quindi, sembra esserci in programma uno scambio insomma. Da una parte Virginia Raggi, dall’altra Walter Veltroni. E dietro Goffredo Bettini. Stratega dell’alleanza con il Movimento 5 Stelle, il noto nome della sinistra italiana ha già teorizzato anche un centrosinistra a “tre gambe”: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Area moderata e liberale guidata da Renzi, il quale “ha talento per progettare questo nuovo spazio. Sarebbe una svolta rispetto al suo ruolo di picconatore minoritario”. Membro della direzione nazionale, già deputato, senatore, eurodeputato, oggi ai vertici dell’Istituto Luce-Cinecittà, ha già pensato a tutto. Forse, però, ha fatto “i conti senza l’oste”, visto che Zingaretti non si è reso così disponibile allo scambio. Anzi.

Il segretario del Partito Democratico ha decisamente preso le distanze dall’intervento, affermando che “su questo punto con lui non la pensiamo allo stesso modo”. Al di là di tutto, però, la dimostrazione è una: dietro la sceneggiatura c’è ancora Bettini che, praticamente indisturbato, sembra dirigere l’orchestra. Nato tra le fila del Partito Comunista, Bettini ha da sempre due “fratelli”: Massimo D’Alema, “nella sua qualità di erede legittimo di quel patrimonio civile non innegabile e non cancellabile che è stato il Pci”, e Walter Veltroni, proprio l’uomo che vuole sostenere come futuro presidente della Repubblica. “A lui mi lega una complicità totale, quella che sopporta e supera anche i litigi che per qualche anno, in passato, ci hanno tenuti lontani”. Colui che lo aiutò a entrare direttamente nella segreteria del Partito Democratico e, di conseguenza, a portare sul livello nazionale il cosiddetto “Modello Roma”.

Comunali Roma 2021, la scalata al Quirinale

Ora il progetto è quello di scalare i gradini del Quirinale. E far sedere proprio Veltroni sulla poltrona del Presidente della Repubblica. Per farlo, però, serve il consenso dei pentastellati. Quindi un baratto. Perché proprio ieri Luigi Di Maio ha definito Mario Draghi, uno dei nomi papabili alla candidatura, “una risorsa per l’Italia” con un endorsment “peloso”. Per questo bisogna reindirizzarli. Quello di Draghi è un nome che, tra l’altro, spaventa un po’ anche Giuseppe Conte. Ma soprattutto, a cui è difficile trovare uno sfidante. Per questo Bettini punta a una collaborazione in termini di sostegno con il Movimento 5 Stelle: ottenere l’appoggio a Veltroni in cambio del supporto alla ricandidatura di Virginia Raggi alle comunali di Roma del 2021. Un modus operandi che Bettini conosce bene, e la storia tra Monte dei Paschi di Siena e la Bnl ce lo insegna.

A Siena, infatti, c’è chi sostiene che dietro l’ascesa di Francesco Gaetano Caltagirone nel capitale di Mps ci fu proprio Goffredo Bettini. Pare che mise lo zampino anche nell’ingresso del gruppo Lamaro/Toti nella compagine azionaria della Sansedoni spa, la società immobiliare controllata proprio dalla Monte dei Paschi. Erano poi gli stessi anni in cui le dispute interne dei Democratici di Sinistra determinavano le mosse della scacchiera bancaria: il legame tra Mps e Bnl, infatti, aveva segnato delle fratture tra le fila dei DS.

Una storia che si ripete

La rottura tra Mps e Bnl, tra l’altro, era stata segnata proprio da Walter Veltroni, ai tempi sindaco di Roma, appoggiato dai sostenitori di Prodi. Subito dopo, poi, era scoppiato il periodo delle scalate bancarie, e Bnl era finita nel mirino delle cooperative rosse controllate da Giovanni Consorte, allora patron dell’Unipol. Poi erano arrivate le intercettazioni: “E allora, siamo padroni di una banca?”, aveva chiesto Piero Fassino a Consorte. Insomma, il 2005 è stato un anno burrascoso. Era lo stesso anno in cui tentarono di mettere le mani su Antonveneta, e che ha mosso il terreno tanto da far allontanare Mps. Che, tuttavia, due anni dopo ha comprato la banca di Padova, la stessa che ha decretato l’inizio della disfatta, soffocata dall’intreccio con il Partito Democratico. Tutto questo per dire che la scacchiera delle banche sta per vivere una nuova stagione, questa volta però le sceneggiature sono scritte da due città nuove: Milano e Francoforte.

Per quanto riguarda le candidature alla presidenza dello Repubblica, invece, D’Alema questa volta sembra non voler seguire Bettini. Anzi, pare proprio sedersi tra gli spalti del team Draghi. Tra l’altro, sappiamo che Bettini non ha apprezzato l’analisi di questo retroscena, e che ha minacciato di presentare una querela. Che abbia qualcosa da nascondere? >>Tutte le notizie di UrbanPost