Michele Di Lollo su ‘Il Giornale’ lo ha definito uno «degli appalti più oscuri della presidenza del Consiglio dei ministri». Stiamo parlando della fornitura di un gel igienizzante da parte di un’azienda pugliese che aveva qualche problema con il fisco e senza una regolare gara d’appalto. Un’inchiesta delicata portata avanti da ‘Il Tempo’, che farebbe riflettere sui metodi usati dal premier Conte nella prima fase dell’emergenza Covid, quella che ci è costata tante vittime. E quest’oggi Franco Bechis è tornato sulla spinosa faccenda, in un articolo dal titolo “Conte nel gel fino al collo”. Questi ha reso nota la versione dei fatti dell’amministratore della società, tale Francesco Maffione, che “lamentando la non piena veridicità dell’articolo di ieri fornisce elementi di dettaglio che confermano quanto scritto aggiungendo qualche particolare ignoto”, riporta il direttore responsabile del quotidiano romano.
leggi anche l’articolo —> Movimento 5 stelle, due senatori positivi al Coronavirus: tamponi a tutto il gruppo
“Conte nel gel fino al collo”: l’appalto «oscuro» che fa tremare il Presidente del Consiglio
Cerchiamo di ricostruire. Il 5 marzo Palazzo Chigi è alla ricerca disperata di un gel sanificante: ci si rivolge così alla Cerichem Biopharm di Cerignola. All’epoca i dispositivi anti Covid erano pressoché impossibili da reperire, ed è giusto farlo presente perché potrebbe essere questa una specie di attenuante. Fatto sta che l’entourage del presidente del Consiglio decise di rivolgersi, attraverso una trattativa diretta, a una micro azienda del Meridione. Un’azienda che come scrivono i colleghi de ‘Il Tempo’ per “coincidenza” si trova nella provincia di Foggia, la stessa natale dell’attuale presidente del consiglio. L’amministratore dell’azienda ha fatto sapere a Franco Bechis che «non corrisponde a verità che il Presidente Conte si sia rivolto direttamente ad essa per le sue origini foggiane». Ma allora perché? Su ‘Il Tempo’ si prova a tirare ad indovinare: «È una multinazionale? No. Un colosso della farmaceutica? No: è una micro azienda che nel 2017 ha fatturato 755 mila euro ricavando un utile di 10 mila euro e nel 2018 ne ha fatturati 983 mila con un utile di poco superiore agli 11 mila euro», scrive Bechis. Dunque? E non è finita qui.
I dettagli della delicata inchiesta su ‘Il Tempo’: le dichiarazioni dell’amministratore della società pugliese
Come si legge sempre su ‘Il Tempo’: “Quando palazzo Chigi va a rifornirsi di gel da questa piccola azienda di Cerignola, il 70% del capitale della Cerichem Biopharm nelle mani (il 35% a testa) dei due fratelli Angela e Francesco Caiaffa era stato sequestrato dalla Agenzia delle Entrate con provvedimento del tribunale. Si contestavano da anni tasse non pagate da quegli azionisti”. Maffione pare abbia confermato, precisando che la contesa con il fisco non riguardava la società da lui amministrata, ma i suoi azionisti per altre vicende fiscali e che “alla fine dello scorso mese di giugno l’Agenzia delle Entrate ha accettato la proposta di dissequestrare quelle quote in cambio di una fidejussione bancaria”. Leggi anche l’articolo —> Conte come Mastrota, la presentazione del Cashback sembra una televendita di materassi