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Conte sentito dai magistrati di Bergamo per chiarire le mancate zone rosse

11/06/2020 18:40 - Aggiornamento 13/06/2020 10:54

Quella del bergamasco è stata una delle zone più colpite dall’epidemia di coronavirus. Ora i parenti delle vittime pretendono delle risposte non solo riguardo alla gestione dell’emergenza, ma soprattutto al perché Val Seriana, Alzano e Nembro non siano state dichiarate zone rosse. A indagare in questo momento è la procura di Bergamo, la quale ascolterà domani il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per poter fare chiarezza. Sul Premier si affaccia lo spettro dell’avviso di garanzia: il pm potrebbe ritenere necessario procedere con ispezioni e interrogazioni, e Conte potrebbe essere inserito nel registro degli indagati per il reato di epidemia colposa.

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conte capelli

Conte sentito dai magistrati di Bergamo: chiarimenti sulle zone rosse

La colpa del Presidente, quindi, sarebbe quella di non aver isolato i comuni a tempo debito, come invece è stato fatto per Codogno, Vò o altre zone considerate ad alto rischio. Con il senno di poi, forse si sarebbero potuti evitare alcuni focolai e quindi numerosi morti. Ma anche di questo non c’è certezza. Come ha sottolineato Conte, infatti, non esisteva un manuale di comportamento. E l’emergenza che l’Italia ha vissuto negli ultimi mesi è stata una situazione senza precedenti. Proprio per questo il Premier ha dichiarato di non essere “affatto preoccupato”.

“Il mio è un atteggiamento sereno, ma non frutto di sicumera: abbiamo preso delle decisioni difficili, ma sono sereno con la mia coscienza”, ha detto ai giornalisti uscendo da Palazzo Chigi. Al momento, infatti, il suo ruolo di fronte alla magistratura è quello di testimone, ma non è certo che la sua posizione non possa cambiare. Di fatto, Conte potrebbe essere inserito nel registro degli indagati per la complessa gestione dell’emergenza, e questo comporterebbe ovviamente una crisi di governo e di conseguenza l’obbligo alle dimissioni. Non solo le sue, ma anche di gran parte della sua squadra. In primis, salterebbero il ministro Speranza e il ministro Lamorgese.

“Ben vengano le indagini, i cittadini hanno il diritto di sapere, noi rappresentanti istituzionali abbiamo il dovere di rispondere. Se c’è un’inchiesta da parte di una procura, è giusto che il presidente del Consiglio si renda disponibile in quanto persona informata sui fatti”, ha aggiunto ai cronisti. “Sono certo che il Governo e gli esperti che ci hanno aiutato abbiano fatto tutto quello che era umanamente possibile. Perché non c’era un manuale da seguire nella gestione della crisi, ma decisioni da prendere giorno per giorno.”

Conte in procura a Bergamo

Lombardia e governo si accusano a vicenda

Non sarà facile trovare una risposta. Di sicuro, Regione e governo stanno tentando di scaricarsi la palla a vicenda, accusandosi l’un l’altro. Probabilmente Conte davanti ai pm ribadirà la sua posizione, ovvero che la Regione Lombardia poteva autonomamente istituire la zona rossa. Risponderà a tutte le domande, immaginiamo che sosterrà di essere stato in continuo contatto con i vertici della Lombardia, e che quindi tutte le decisioni sono state prese di comune accordo. Insieme a lui, dovranno comparire anche il ministro della Salute Roberto Speranza e il ministro dell’Intero Luciana Lamorgese.

Anche a loro, probabilmente, verrà richiesto di ricostruire tutto il percorso seguito per limitare la circolazione a Codogno lo scorso 23 febbraio. Saranno pretese anche delle spiegazioni sulle altre zone che non sono state dichiarate rosse. “Penso che chiunque abbia avuto responsabilità dentro questa emergenza dal capo dell’Oms al sindaco del più piccolo paese coinvolto, passando per ciascuno di noi debba essere pronto a rendere conto delle scelte fatte. È la bellezza della democrazia. È giusto così”, ha commentato il ministro Speranza. >>Tutte le notizie di UrbanPost