Coppia scomparsa a Bolzano: sarebbe proprio di Peter Neumair la traccia ematica rinvenuta sul ponte di Vadena, nei pressi della discarica Ischia-Frizzi, ed analizzata dal Ris. Al momento il 63enne e la moglie Laura Perselli sono ancora persone scomparse sebbene gli inquirenti ipotizzino abbiano entrambi perso la vita. Di loro si è persa ogni traccia lo scorso 4 gennaio.
Coppia scomparsa: il sangue sul ponte di Vadena è di Peter Neumair
Ad essere indagato a piede libero con l’accusa di duplice omicidio e occultamento di cadavere, il figlio della coppia, Benno Neumair. Il giovane si professa estraneo ai fatti ed avrebbe un alibi ma, secondo quanto emerge dalle recenti indiscrezioni giornalistiche, nel suo racconto vi sarebbe un buco temporale non ancora perfettamente chiarito dagli inquirenti. Frattanto vanno avanti gli accertamenti scientifici sulle tracce biologiche rilevate all’interno della sua Volvo V70. Il mezzo è stato smantellato per essere analizzato approfonditamente. Proseguono nel contempo le assidue ricerche nell’Adige, dove si ipotizza siano finiti i cadaveri della coppia scomparsa.
L’alibi di Benno Neumair, indagato per duplice omicidio
Benno Neumair avrebbe spiegato così il suo alibi: tra le 21.30 e le 22 «Mi sono fermato al laghetto dei pescatori per rilassarmi». In quel frangente orario però avrebbe spento il cellulare, perché? Alle 21 si erano spenti in contemporanea anche i cellulari dei suoi genitori. Elemento alquanto sospetto per gli inquirenti. Per loro una simultaneità più che dubbia. Il 30enne avrebbe ricostruito così i 40 minuti tra il passaggio della sua auto sul ponte Roma di Bolzano e la succitata sosta. Dopo le 21, inoltre, le telecamere della zona riprendono la sua auto transitare nella galleria di Laives. Benno avrebbe giustificato questo «buco» temporale spiegando di essersi voluto fermare al laghetto dei pescatori per rilassarsi. Ma la sua sosta non può essere confermata perché l’impianto di videosorveglianza del Circolo pescatori di Oltrisarco è danneggiato da mesi. Quindi nemmeno quella sera del 4 gennaio era in funzione.
Secondo la magistratura inquirente, invece, proprio in quel lasso di tempo, quando il suo smartphone era spento, Benno avrebbe trasportato i corpi dei suoi genitori, da lui precedentemente uccisi, sul ponte di Vadena e li avrebbe gettati nel fiume Adige. Su quel ponte è stata rinvenuta una taccia di sangue sembra appartenente a Peter Neumair. Si aspetta solo l’ufficialità.
Il giallo dei vestiti
C’è poi il giallo degli indumenti che Benno quella sera indossava. L’amica con la quale il giovane insegnante ha trascorso la notte del 4 gennaio, infatti, li ha consegnati agli investigatori. La ragazza ha detto di avere lavato quegli indumenti, lasciati lì da Benno che l’indomani ne indossò altri, sebbene non fossero sporchi né presentassero macchie di sangue. Apprendiamo che “La donna ha raccontato che Benno era andato a trovarla e si è fatto una doccia; lei, per fargli una cortesia, ha messo i vestiti in lavatrice e poi li ha riposti in un armadio“. Nelle scorse ore la ragazza ha deciso sua sponte di consegnare quei vestiti: si tratta di tre T-shirt, una felpa, un paio di pantaloni e un paio di calzini. Adesso dovranno essere analizzati dal Ris.
Indagata come atto dovuto l’amica di Benno
Perché siano effettuati tutti i necessari accertamenti, la ragazza sarebbe indagata come atto dovuto per favoreggiamento. A chi le ha chiesto perché solo ora, a 20 giorni dai fatti, lei abbia deciso di consegnare i vestiti di Benno, ha dato una spiegazione. Questa: perché non le sarebbero stati chiesti e lei in quel frangente non aveva preso l’iniziativa di consegnarli. Lo riferisce il suo avvocato Federico Fava. Potrebbe interessarti anche —> È giusto dare spazio in tv ad un imputato? Intervista a Selvaggia Lucarelli, sotto accusa per l’incontro con Antonio Ciontoli