Non ha ancora un nome ma dovrebbe contribuire in un futuro (non si sa quanto imminente) a combattere la pandemia di coronavirus grazie alla prossimità tra persone: si tratta dell’app italiana di contact tracing. Funziona grazie al bluetooth ma per essere efficace è necessario che i cellulari dei cittadini coinvolti abbiano l’applicazione installata. A spiegarne la funzionalità è il ministro dell’Innovazione Paola Pisano: “L’applicazione di ‘contact tracing’ – dice – non ha l’obiettivo di geolocalizzare ma quello di ricostruire gli eventuali contatti fra persone”.
Coronavirus app, ecco come funzionerà
L’app per ‘contrastare’ il coronavirus, pensata da una task force di 74 esperti, si limita a registrare segnali di vicinanza in forma anonima, grazie a bluetooth e wi-fi, e avverte chi è entrato in contatto con una persona risultata positiva. Il funzionamento è semplice; i cittadini italiani che la scaricheranno forniranno tre informazioni: qual è il dispositivo con il quale sono stati in contatto, a che distanza e per quanto tempo. Se qualcuno dovesse risultare positivo, l’operatore medico – che deve essere autorizzato dal cittadino stesso – invierà un messaggio di allerta, attraverso un codice identificativo anonimo, per informare tutti quegli utenti – altrettanto anonimi – entrati in contatto con la persona contagiata. Va da sé che per essere efficace è necessario che sia installata dalla stragrande maggioranza di cittadini.
“Non è infallibile”: il ministro mette le mani avanti
“Sarò chiara – precisa il ministro Paola Pisano – l’obiettivo è ridurre le possibilità di contagio, ma non sarà una sola applicazione a risolvere tutto. L’applicazione è parte di un sistema integrato del quale i protagonisti saranno inevitabilmente aspetti non tecnologici”. Inoltre, sottolinea: “Siamo in un campo sperimentale che può aiutare nel contrastare il virus e allo stesso tempo può non essere infallibile”. D’altra parte, poi, la strada da percorrere è ancora lunga: “Dalla scelta dell’app al suo utilizzo – specifica la Pisano – molto è ancora da fare, compresa una fase di test”.