Coronavirus azzeramento contagi. L’Italia dovrebbe arrivare a quota zero nei contagi da coronavirus entro un mese, un mese e mezzo massimo. Lo afferma uno studio dell’Einaudi Institute for Economics and Finance (Eief). L’istituto di ricerche economiche e finanziarie della Banca d’Italia ha riformulato i dati sui contagi da Covid-19 in possesso della Protezione Civile per realizzare previsioni sulla fine dell’epidemia, regione per regione. Si tratta delle prime giudicate attendibili finora.
La previsione è basata sui dati forniti dalla Protezione Civile
Lo studio dell’Eief si basa sui dati forniti dalla Protezione civile ogni giorno. Come ogni previsione, si tratta di una stima e offre come risultato su scala nazionale una media tra l’ipotesi di fine epidemia nelle regioni: tra la più ottimistica, il Trentino Alto-Adige prima regione a chiudere l’emergenza il 6 aprile, e la peggiore, la Toscana “fanalino di coda” dell’epidemia il 16 maggio. Il calcolo, fa sapere l’Eief, dipende dalla presa in considerazione dei valori mediani (quelli al centro della distribuzione delle probabilità fra le evenienze peggiori e migliori) e dalla presa in considerazione anche di eventuali valori estremi ed eccezionali.
Coronavirus azzeramento contagi: “In Veneto picco non prima del 15 aprile”
A proposito di picco dei contagi e fine dell’epidemia, però, lo studio dell’Eief contrasta con alcune notizie in arrivo dalle regioni. Proprio oggi il governatore veneto Luca Zaia ha parlato di picco stimato intorno al 15 aprile, mentre lo studio di cui parliamo in questo articolo vede il Veneto uscire dall’epidemia (azzeramento contagi) il giorno 14 aprile. A tal proposito ha detto Zaia: “Ci giochiamo la partita questa settimana, che sarà una settimana cruciale. L’isolamento sociale e lo stare in casa hanno dimostrato di essere misure che hanno funzionato, ed aiutato a rallentare la velocità del contagio, per questo sto preparando un’ordinanza per rinnovare per alcuni giorni le restrizioni in vista del picco che come previsto dovrebbe essere per il 15 aprile”.
Garattini: «Bisogna avere un mese di dati confortanti»
A conforto delle tesi che vedono non prima di fine mese la fine dell’epidemia, anche le parole del famoso farmacologo Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano “Chi muore adesso per la maggior parte si è ammalato prima delle chiusure forzate. Questi decessi non sono rappresentativi della situazione attuale. Quanto ai contagiati, essi aumentano con il numero dei tamponi eseguiti, ma non ci sono impennate, la crescita è stabile, il che solitamente avviene appena prima che inizi la discesa. E confortante peraltro che ci sia una tendenza alla diminuzione dei ricoveri ospedalieri”.
“Bisogna avere un mese di dati confortanti – aggiunge Garattini – prima di dire di intravedere la luce in fondo al tunnel. Ma bisogna fare attenzione a riaprire troppo presto, quando la gente non è ancora guarita”. >> Tutte le notizie sul Coronavirus