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Coronavirus, camionista costretto nell’area di servizio da oltre un mese: rifiutato da tutti

12/03/2020 10:27

Si è fatto compagnia con le sue stesse poesie, una vecchia passione riaffiorata nella solitudine dell’abitacolo del suo veicolo: un camionista di Wuhan è costretto a vivere da oltre un mese in un’area di servizio in seguito all’epidemia di coronavirus diffusasi a partire dalla sua città. Xiao Hongbing, autotrasportatore di Wuhan, aveva lasciato lo Hubei all’inizio di gennaio, partendo con il suo camion per delle consegne in giro per la Cina. L’epidemia di COVID-19 non era ancora iniziata, o meglio, non era ancora esplosa. Se ne iniziava a parlare ma se ne sapeva davvero poco.

coronavirus camionista

Coronavirus, camionista costretto in un’area di servizio: disperazione e lacrime commuovono i media

Era lontano migliaia di chilometri da Wuhan quando la quarantena ha sbarrato tutte le strade, impedendogli di tornare e trasformandolo in un emarginato. Il camion, con la targa dell’Hubei, era come un ‘marchio’ per Xiao, respinto da città e villaggi che hanno iniziato a vietargli la sosta, costringendolo sull’autostrada. Giorni di guida disperata, riposini in corsia d’emergenza, poi il video che ha ‘smosso’ le coscienze. “Qualche volta mentre guido mi sto per addormentare, – diceva rivolgendosi alla moglie – devo darmi degli schiaffi in faccia per stare sveglio, sono così stanco. La mia speranza è di poter trovare un posto dove fermarmi e fare una bella dormita, mangiare qualcosa. Sarei davvero felice”. Era il 29 gennaio e il camionista, un 50enne, era stremato e in lacrime. Le città lo cacciavano via con le minacce.

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La salvezza grazie ad alcuni poliziotti

Mentre sostava al lato di un’autostrada dello Shaanxi, due poliziotti hanno bussato al finestrino del suo camion: la rigidità iniziale si è ammorbidita dopo aver capito la situazione. Gli consentono di rimanere lì, gli portano frutta fresca e dolci, poi lo scortano in un’area di servizio, dove ad attenderlo c’è un letto. Intanto il suo video disperato – ripreso da un media locale – diventa virale. In tanti lo contattano e lo omaggiano di donazioni, oltre mille euro. Lui condivide con loro pensieri e poesie. “Spero che ritornerò quando arriva marzo/ e le rondini iniziano a cantare”, scrive Xiao che nel frattempo è diventato il simbolo della discriminazione in Cina nei confronti degli abitanti dell’Hubei.

È più di un mese ormai che il camionista vive nella stazione di servizio: il suo rientro a Tianmen, la cittadina dove vive, non dovrebbe essere però lontano. Sebbene le autorità gli abbiano detto di restare lì, la provincia dello Hubei dovrebbe pian piano uscire dalla quarantena, permettendo a Xiao Hongbing di ritornare a casa.

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