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Coronavirus Cina, teorie del complotto e bufale: la storia del vaccino “stranamente” già pronto

24/01/2020 12:06 - Aggiornamento 31/01/2020 16:39

Il nuovo Coronavirus (2019-nCoV), identificato per la prima volta nella città di Wuhan, continua a mietere vittime. La Cina ha confermato oggi 26 morti, il più giovane di 36 anni, e 830 casi di contagio. E mentre le autorità hanno imposto dei limiti per gli spostamenti locali, virologi e ricercatori in tutto il mondo stanno studiando meglio il virus per comprenderne meglio le caratteristiche, le modalità di diffusione e prevenire gli eventuali rischi per popolazione. Su certi canali social però l’imperativo del momento è: «Ecco quello che non ci vogliono dire». Come riportato da ‘Next Quotidiano’ molti utenti, non solo nel nostro paese, dietro l’allarmismo sul coronavirus vedono la sete di denaro della case farmaceutiche. Da qui bufale e fake news.

Coronavirus Cina

Coronavirus Cina, teorie del complotto e bufale: la storia del vaccino “stranamente” già pronto

All’ANSA Rino Rappuoli, chief scientist e head of external R&D dell’azienda GSK Vaccine, ha spiegato che «fin dai tempi della Sars sappiamo che bisogna prendere uno dei geni che codificano le proteine di superficie del virus e su questa base di può cominciare a lavorare su un vaccino». I tempi sarebbero piuttosto brevi: «La tecnica per ottenerli è rapidissima, tanto che si possono fare in una settimana», ha aggiunto. Nelle FAQ del Ministero della Salute alla domanda “Esiste un vaccino per un nuovo coronavirus?” si legge “No, essendo una malattia nuova, ancora non esiste un vaccino. Possono essere necessari anche anni per sviluppare un nuovo vaccino”. Ma dove sta la verità? Nelle parole del Ministero oppure del direttore della divisione vaccini della nota casa farmaceutica? Tali interrogativi, rilanciati da ‘Next Quotidiano’, sono leciti: non sono pochi, infatti, gli utenti sui social che cominciano a gridare alla tesi del complotto. In realtà il Ministero ha cautelativamente indicato quanto tempo richiede lo sviluppo di un vaccino. Non basta, infatti, soltanto crearlo, ma bisogna pure produrlo, somministrarlo e in ultimo vedere se funziona. Senza contare poi le approvazioni degli organismi sanitari preposti. Ci possono volere dunque talvolta degli anni: grazie però al caso del Coronavirus più famoso degli ultimi anni, la SARS, è ora possibile sviluppare un vaccino per questo genere di virus in tempi decisamente più brevi. 

Coronavirus Cina

Come è nato il virus? La città focolaio è Wuhan

Nonostante questo, i malumori non sono pochi e la tesi del complotto continua a tenere botta sui social. Gruppi di sostenitori della libertà di scelta in campo vaccinale parlano degli enormi guadagni per chi ha investito nei titoli azionari della “società che sta producendo il vaccino per il coronavirus“. Non sono pochi gli utenti che vanno a caccia di ‘coincidenze’ nel tentativo di far credere che il contagio non sia frutto di un caso. Da dove nasce il virus? La tesi ufficiale delle autorità sanitarie cinesi e internazionali, riportata da ‘Il Post’, ritiene che i primi casi di contagio siano avvenuti da una o più specie di animali verso la nostra. Tutto sarebbe nato da un mercato del pesce di Wuhan, ma non è chiaro da quale specie animale il nuovo coronavirus sia passato al primo infettato. Stando alle informazioni genetiche raccolte finora, 2019-nCoV sembra essere imparentato con alcuni coronavirus noti per preferire soprattutto i pipistrelli.

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Allarmismo e paura: l’OMS rassicura il Coronavirus non è un’epidemia internazionale

«Questa nuova emergenza del coronavirus mi puzza di vaccino obbligatorio per tutti a livello globale. Quale vaccino è solo un dettaglio», ha tuonato un utente su Twitter e non è una voce purtroppo isolata. Di fronte a casi come quello del Coronavirus la paura è tanta. Si pensi soltanto al caso infondato di Bari, ma anche all’intervento dell’inviato di Striscia la notizia Valerio Staffelli che si chiedeva ieri sui social perché i passeggeri arrivati a Fiumicino da Wuhan non siano stati messi in quarantena. In realtà il protocollo previsto dalle autorità sanitarie per circoscrivere il contagio è stato abbondantemente rispettato. Ivan Bassato, direttore Airport management di Aeroporti di Roma, ha precisato che «la procedura del canale sanitario è andata secondo quanto previsto. È una struttura che l’aeroporto ha da alcuni anni, progettata e realizzata da noi su indicazione e sugli standard tecnici prescritti dal ministero della Salute». Intanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato il nuovo coronavirus un’emergenza nazionale in Cina, però è troppo presto per considerarla un’epidemia internazionale.

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