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Coronavirus Italia, fase 2 spostamenti: riapertura differenziata per macroaree tra Nord e Sud

18/04/2020 15:45 - Aggiornamento 18/04/2020 15:50

18 aprile 2020 – Coronavirus Italia. Ci avviciniamo all’avvio della fase due, quella della convivenza col Covid-19. Un ritorno alla quotidianità che sarà graduale, ma non solo. La fase due dovrebbe prevedere delle riaperture differenziate per macroaree a seconda della diffusione del contagio con un monitoraggio dopo 15 giorni per verificare la tenuta del contenimento e, in caso contrario, nuove chiusure. Questa almeno è l’ipotesi a cui starebbero lavorando gli esperti per consentire lo sblocco del lockdown in Italia.

fase 2 riapertura

Coronavirus Italia, fase 2 spostamenti: riapertura differenziata per macroaree tra Nord e Sud

Secondo quest’idea il paese verrebbe diviso sostanzialmente in 3 porzioni: nord, centro e sud, in base alla diffusione del contagio. Dove la presenza del Covid-19 è maggiore, dovrebbero permanere delle misure più severe; soprattutto per quanto concerne sia gli spostamenti tra una zona e l’altra, sia all’interno della microarea stessa. In quelle in cui invece il Coronavirus ha manifestato meno la sua letalità si potrebbe pensare a delle riaperture più ampie. Secondo quanto riferisce ‘Next’ all’interno delle stesse macroaeree, inoltre, dovrebbero essere individuate “ulteriori suddivisioni tra zone a maggiore e minore diffusione: al nord, per esempio, regioni come Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia, hanno una situazione diversa da Piemonte, Lombardia e Veneto”. 

fase due riapertura

Lo sblocco del lockdown: come sarà

La libera circolazione delle persone spaventa anche per l’imprevedibilità del Coronavirus. Ma il pressing del Nord per la riapertura fa paura soprattutto i governatori del Sud. L’ipotesi per ora più accreditata è che dal 4 al 17 maggio non sia possibile superare le frontiere regionali. Si tratta però, lo ripetiamo, di congetture, per una decisione definitiva bisognerà aspettare le prossime settimane. Lo spiega chiaramente su ‘Repubblica’ Tommaso Ciriaco: “Nelle scorse settimane Palazzo Chigi aveva valutato una riapertura a macchia di leopardo, seguendo le curve del contagio. Questa opzione, però, è sconsigliata da ragioni di tenuta sociale ed economica. Il governo, infatti, vuole permettere la ripartenza contestuale nel Paese, in modo da non accentuare squilibri nelle attività produttive e non creare forme di ‘concorrenza sleale’ tra le filiere delle diverse Regioni. Ma la soluzione di un divieto interregionale andrebbe soprattutto incontro alla domanda allarmata dei governatori del Centrosud, dove il Coronavirus per adesso circola meno”.

fase 2 riapertura

Coronavirus Italia fase 2: riapertura e test di 15 giorni

Due settimane di blocco interregionale potranno bastare per fornire una fotografia della ripartenza dal punto di vista epidemiologico? Diciamo che potrebbero servire per mostrare la reazione del paese di fronte all’avvio della fase 2. Anche perché gli scienziati temono soprattutto che con la ripresa del pendolarismo nei trasporti il virus possa tornare a circolare più rapidamente. Gli esperti hanno ben presente che la percentuale più alta di movimenti durante la quarantena è stata registrata in Lombardia, focolaio dell’epidemia. “Quasi il 45% nazionale, pare, a fronte di una popolazione del 16,5% del Paese”, secondo quanto riferisce ‘Next’. Insomma la fase 2 non sarà un “libera tutti”, ci si muoverà ma con cautela. Il distanziamento sociale e i dispositivi, come mascherine e guanti, faranno parte della nostra quotidianità ancora a lungo. leggi anche l’articolo —> Coronavirus riaperture, elenco delle attività che potranno ripartire con la fase 2