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Coronavirus Italia, il virologo Lopalco: «E’ già una pandemia»

23/02/2020 11:41 - Aggiornamento 23/02/2020 15:05

In questi giorni di allarme nazionale, di fondamentale importanza è la parola ed i consigli dei virologi esperti. Di particolare interesse è l’intervista realizzata da Open, il giornale online fondato da Enrico Mentana, al professore di Igiene e medicina preventiva all’università di Pisa Pierluigi Lopalco: «La strada migliore è mantenere la calma ma anche accettare che i sanitari devono preparare lo scenario peggiore proprio per prevenirlo». Attraverso studi approfonditi, il professor Lopalco ha pubblicato i dati su Twitter. Mostra come nei prossimi giorni il contagio da Covid2019 potrebbere assumere una curva anomala. La curva grigia mostra l’influenza H1N1, il Coronavirus (curva rossa) potrebbe avere un andamento analogo.

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L’intervista di Open al virologo Lopalco

Il giornalista chiede cosa dobbiamo aspettarci nelle prossime ore di contagio, il virologo risponde: «Al momento gli scenari sono due. Come sanitario mi devo attivare pensando subito a quello peggiore. Al momento c’è l’ipotesi migliore, ovvero che ci sia un unico focolaio nel nord Italia. Una persona che è sfuggita ai controlli, non ha detto che era andato in Cina e ha contagiato. Se lo scenario è questo, la macchina che si è attivata in questi giorni riuscirà rapidamente a contenere il focolaio e a riportare la situazione sotto controllo». L’intervista continua con lo scenario peggiore: «I punti da cui è partito il contagio di coronavirus potrebbero essere più di uno. Persone che sono tornate dalla Cina alle loro attività, magari con sintomi lievi e non si sono preoccupati di avvisare che sono state in zone a rischio, avviando così più di un focolaio. In questo caso, la probabilità che il virus circoli diventa alta».

Pierluigi Lopalco

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Come ci si prepara allo scenario peggiore di contagio?

L’intervista continua con i consigli in caso di contagio da coronavirus elevato: «Prima di tutto, bisogna smettere di discutere di confini aperti o chiusi. La sfida si gioca nei pronto soccorso, tra i medici di famiglia, gli infermieri che devono tutti dotarsi di strumenti per la protezione individuale. La vera frontiera sono le strutture ospedaliere, specie quelle piccole. L’Italia non ha una cultura di protezione in questo senso: ogni anno i sanitari finiscono a letto per l’influenza, bloccando anche interi reparti. Ecco, in questo caso non deve accadere». Il virologo continua parlando di pandemia e quando verrà dichiarata tale: «Tecnicamente quella in atto è già una pandemia. La dichiarazione di pandemia è solo un fatto formale». «L’Organizzazione mondiale della sanità fa una valutazione settimanale, è lì che si decide aggiornando costantemente i dati». >> Tutte le notizie sul Coronavirus