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Coronavirus Lombardia, oltre 500 contagi: «Situazione difficile, servono misure drastiche oltre zona rossa»

29/02/2020 10:15

I bollettini sul coronavirus provenienti dalla Lombardia vedono l’infezione estendersi a macchia d’olio nelle diverse province: ventinove le persone risultate positive nell’area metropolitana di Milano, il 5% dei contagiati lombardi. 531 il numero attuale di infetti in Lombardia, divisi – in base agli ultimi dati comunicati dalla Regione – come segue: con il 182,34% dei casi è Lodi la prima provincia per numero di contagiati, segue Cremona con il 123,23% e Bergamo con il 103,19%. Quarantanove i contagiati a Pavia, con un’incidenza del 9%, tredici a Brescia, con ‘solo’ il 2%. Tre casi per provincia a Sondrio e Varese e un 4% di tamponi positivi in fase di verifica (circa 20 persone).

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Coronavirus Lombardia, quasi 5.000 i tamponi effettuati

Dal momento del contagio in Lombardia sono stati effettuati, in totale, 4.835 tamponi di cui il 75% ha dato esito negativo, l’11% positivo e il 14% è ancora in fase di valutazione. Dei 531 casi positivi di coronavirus (di cui il 10% è rappresentato da personale sanitario), 235 sono ricoverati e 85 in terapia intensiva. Diciassette i decessi. «Certamente non è una situazione facile e non si risolverà in poco tempo. – è Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, a parlare dell’emergenza lombarda – Abbiamo un numero di infezioni decisamente alto. Questa è l’espressione di ciò che è avvenuto prima dell’arrivo del paziente 1 all’ospedale di Codogno. Dobbiamo riuscire a ridurre questa diffusione. Già adesso, per un’epidemia di questa scala, la risposta messa in campo da Regione Lombardia è ai limiti della tenuta per quanto riguarda la gestione dei pazienti. Servono misure drastiche non soltanto per la zona rossa ma per tutta l’area metropolitana al fine di tenerla fuori dai guai». 

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«La rete ospedaliera sarà potenziata con interventi urgenti di rafforzamento»

Al Pronto soccorso di Lodi giungono circa 100 persone al giorno, con quadro clinico compromesso e un aggravamento molto veloce. È necessario, dunque, individuare posti letto in ‘sub intensiva’ dove ‘smistarli’. A tal proposito, l’assessore regionale alla Sanità Giulio Gallera ha rassicurato: «Il sistema sanitario è in grado di gestire tutte queste situazioni e di farsene carico. Va anche tenuto presente che l’incidenza di questa infezione è alta, ma si registra in un territorio dove vive circa il 3% della popolazione regionale. Il virus clinicamente non dà problemi ed è facilmente risolvibile nel 90% dei pazienti. Per favorire comportamenti virtuosi che evitano i contatti e la diffusione del virus, la Regione adotterà una campagna di comunicazione massiccia. Per proteggere gli ospedali dalla diffusione interna del virus saranno effettuati tamponi all’ingresso delle patologie respiratore e tutto il personale sarà fornito di idonei dispositivi di protezione personale».

Ha dunque garantito: «La rete ospedaliera sarà potenziata con interventi urgenti di rafforzamento delle terapie intensive e subintensive tramite: l’assunzione straordinaria di personale; la formazione rapida del personale per l’assistenza respiratoria; l’acquisizione di respiratori, monitor, sistemi di ventilazione assistita. Per raggiungere lo stesso obiettivo, sarà anche importante mantenere al domicilio i pazienti positivi che non manifestano gravi patologie».

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