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Covid, Monaco: «Non si decida chi ricoverare in base all’età. Lo Stato non ci lasci soli»

31/10/2020 09:18 - Aggiornamento 31/10/2020 09:30

«Non vorrei trovarmi a non avere più respiratori a sei mesi dalla prima emergenza. Lo Stato non può lasciarci da soli nelle decisioni da prendere, deve metterci nelle condizioni di lavorare serenamente. Ci preoccupa, con l’aumentare dei contagi da Coronavirus, la mancanza del personale, dei posti letto e dei respiratori». Così ad ‘Open’ il segretario della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri) Roberto Monaco. «Noi cureremo sempre tutti ma, in mancanza di risorse, dovremmo decidere chi ricoverare in intensiva e chi no. E lo faremo non solo in base all’età, che dunque non deve avere carattere prevalente nella scelta, ma anche in base ad altri parametri», ha aggiunto l’esperto, lamentando la cattiva gestione dell’emergenza Covid da parte del governo.

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Covid, Monaco (Fnomceo): «Non si decida chi ricoverare in base all’età. Stato non ci lasci soli»

Il segretario Fnomceo senza troppi giri di parole ha spiegato cosa ci aspetta nel caso di nosocomi al collasso e terapie intensive sature. Verrà data la precedenza, per l’accesso ai trattamenti intensivi, «a chi potrà ottenere grazie a essi un concreto, accettabile e duraturo beneficio, applicando criteri rigorosi, concorrenti e integrati, valutati caso per caso». Per necessità bisognerà prendere in esame «l’intero quadro clinico. Si valuti il “sistema salute”, non solo l’età», ha precisato Monaco. A distanza di mesi si torna prepotentemente a parlare di un tema tanto dibattuto: il rischio far entrare in terapia intensiva chi ha maggiori chance di sopravvivenza.

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«I medici di famiglia hanno già pagato un prezzo altissimo nel corso della prima ondata, ora non vanno mandati allo sbaraglio»

Con l’impennata dei contagi (secondo i dati forniti dal Ministero della Salute sono 31.084 i nuovi casi di Covid-19 in Italia su 215.085 tamponi. 199 decessi nelle ultime 24 ore, 95 pazienti in più i ricoverati nei reparti di terapia intensiva) le strutture sanitarie sono tornate ad essere sotto pressione, «ma ancora non ai livelli di marzo e aprile», ha sottolineato il segretario Fnomceo. Questi invoca l’aiuto di medici di base e pediatri Roberto Monaco, ma solo se messi nelle condizioni di lavorare in sicurezza. «I medici di famiglia hanno già pagato un prezzo altissimo nel corso della prima ondata, ora non vanno mandati allo sbaraglio», ha concluso l’esperto. Leggi anche l’articolo —> Covid, il bollettino di oggi: 31.084 nuovi casi, 1.746 in terapia intensiva (+95)