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Covid e Natale, il virologo Galli: “Preoccupano grandi spostamenti nord-sud”

11/12/2020 16:55 - Aggiornamento 11/12/2020 17:00

Covid Natale. C’è “un problema più serio” rispetto al dibattito sul divieto di spostamenti fra Comuni nei giorni clou delle feste natalizie, una questione “su cui mi avventuro sapendo che sarebbe meglio non farlo: è il problema dei grandi spostamenti Nord-Sud”, come pure dei ritorni dall’estero perché “anche noi siamo il Sud di qualcosa”. A sollevare il tema è Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano e docente all’università Statale nel capoluogo lombardo.

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Covid Natale e spostamenti Nord-Sud: “Non è stata una buona cosa a marzo, non lo sarà nemmeno adesso”

Spostamenti Nord-Sud con il Covid a Natale. “Francamente non è un problema scevro da preoccupazioni”, ha detto Galli all’Adnkronos Salute. Sul fatto che possa o meno avere ripercussioni sull’andamento dell’epidemia di Covid-19, “chi vivrà vedrà. Ma come non lo è stata a marzo, non sarà una buona cosa neanche adesso e su questo – è convinto – c’è poco da avere dubbi. Il ritorno di tanta gente che vive fuori casa per lavoro o per studio”, secondo lo specialista dunque “è un problema. Anche qui, se si può, prudenza”, invita Galli.

Quanto allo stop imposto agli spostamenti anche fra Comuni nei giorni del 25 e 26 dicembre e del 1° gennaio, “mi rendo perfettamente conto – osserva l’esperto – che a molti possa dare fastidio e non illegittimamente”. Per diverse ragioni a cominciare dal fatto che, in effetti, “se ad esempio mi muovo da un estremo all’altro di Milano facilmente faccio più chilometri di quanti ne farei spostandomi fra Comuni distanti poche centinaia di metri” o attaccati senza soluzione di continuità.

Spostamenti, come si può decidere su eventuali deroghe o eccezioni? Basterebbe il buon senso di tutti

Ma per Galli “la domanda è: come si può fare a decidere eventuali deroghe o eccezioni? Su che base? Non è compito mio, però se lo fosse io su due piedi non saprei come fare”, perché “ogni criterio rischierebbe di essere arbitrario”. Insomma, “forse sarebbe meglio che le persone assumessero quella che è l’indicazione importante: a Natale stiamo a casa – esorta il medico – perché quella in cui ci troviamo non è una situazione che ci permette di condurre le danze come le abbiamo sempre condotte”. >> Tutte le notizie sul Coronavirus

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