Appurato che Matteo Renzi e la sua Italia Viva non possono contare sul Partito Democratico per un’eventuale crisi di governo, ecco che l’ex segretario ha deciso di cambiare le carte in tavola. Così, ha aperto le porte a Dario Franceschini, Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. Un uomo che non apprezza particolarmente, ma di cui riconosce le abilità politiche. Sembra insomma una partita a poker questa crisi di governo, e al tavolo ci sarebbero anche le forze dell’opposizione.
>> Leggi anche: Recovery Fund, le proposte di PD e Italia Viva consegnate a Gualtieri e Conte
Crisi di governo, Matteo Renzi le prova tutte
Per una eventuale crisi di governo, infatti, ci sarebbe già l’appoggio di Fratelli d’Italia. Ma se Giorgia Meloni si è dichiarata a favore di una sfiducia, non si può dire lo stesso per il resto del centro destra. Matteo Salvini, al contrario, ha affermato che non sarebbe d’accordo, anzi, lo riterrebbe un “favore a Conte”. Il leader della Lega, forse, memore dell’estate 2019, sa che che una crisi di governo non significherebbe per forza togliere la poltrona a Conte. Potrebbe più tradursi in un rimpasto, proprio come già successo. E tutto questo lo sa anche Matteo Renzi, che infatti sta portando avanti la sua partita su due fronti, con un bluff dietro l’altro.
Parlando con Franceschini, infatti, ha ammesso di essere a conoscenza del tentativo di Conte di avvicinarsi più parlamentari possibili, forse per un’eventuale lista personale. Ma il leader di Italia Viva, noto manovriere, avrebbe anche detto che, nel caso in cui gli mancassero dei deputati per raggiungere l’obiettivo, lui sarebbe pronto a regalarglieli. Secondo Franceschini, tuttavia, sarebbe in realtà una “mela avvelenata”, come scrive scrive Francesco Verderami su Il Corriere della Sera. E questo perchè senza controllare le commissioni parlamentari, l’esecutivo sarebbe in ogni caso penalizzato. A quel punto tanto varrebbe andare a elezioni anticipate: un altra ipotesi che in parecchi ultimamente condividono.
Elezioni anticipate o no: questo è il dilemma
Tutti però sappiamo che come è stato un bluff quello di Renzi, anche la risposta di Franceschini lo è. E questo pare averlo capito anche il leader di Italia Viva, il quale sostiene che un ritorno alle urne significherebbe consegnare il governo nelle mani del centro destra senza passare dal via. Di conseguenza, lasciargli anche il foglio bianco per quanto riguarda la gestione del Recovery Fund e del Quirinale. Nemmeno l’ipotesi di un compromesso, però, affascina il ministro della Cultura. Quindi, cosa fare? Quel che è certo è che è iniziato il count down del governo Conte bis. Tutti gli occhi ora sono puntati sul prossimo 7 gennaio, giorno in cui Matteo Renzi potrebbe gridare alla crisi di governo. Nelle prossime giornate si proverà a capire se la coalizione giallorossa è in grado di trovare un’intesa, o se il presidente del Consiglio cercherà di costruire una nuova maggioranza… Senza Italia Viva.