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Crisi di governo, bomba di “Dagospia”: dal gran ballo del rimpasto al “premier di Mattarella”

05/01/2021 10:50 - Aggiornamento 05/01/2021 13:03

Crisi governo – Martedì 5 gennaio 2021. La «notte della Repubblica» l’ha definita “Dagospia’, sottolineando come siano proseguite senza sosta le trattative di Franceschini per trovare un accordo tra Conte e Renzi. Dal canto suo, il premier, ormai privo dell’appoggio di Mattarella, «cerca di sbrogliare la matassa del destino con Casalino e Goracci e qualche telefonata a Travaglio». Quali gli scenari possibili? Tre, a detta di ‘Dago’, che con ironia le chiama “stazioni” della «Via Trucis». Come a dire, qualunque cosa accada “per Conte finisce male”. Il non meno probabile retroscena il “Conte Ter”, che altro non è che un “reimpastone” mascherato.

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Crisi di governo, retroscena di “Dagospia”: dal gran ballo del rimpasto al “premier di Mattarella”

Come scrive sull’HuffPost Alessandro De Angelis: «L’ostacolo al “Conte ter” è Conte in persona, perché, a torto o ragione, il presidente del Consiglio non si fida di quella che ai bei tempi della Prima Repubblica si sarebbe chiamata “crisi pilotata”». E il titolo dell’articolo di De Angelis parla da sé: “Il Conte senza l’oste”. Ma veniamo ai tre retroscena “bomba” di cui parla “Dagospia”: Conte potrebbe cedere su tutti i fronti al leader di Italia Viva, Matteo Renzi, su Recovery Plan, delegando dei servizi segreti e Mes sanitario. A questo punto il senatore toscano potrebbe decidere in tutta calma se accontentarsi e confermare Conte, di fatto trasformato in “premier debolissimo, alla mercé di Zinga e Di Maio” oppure infierire e cercare di ottenere il massimo possibile. Vale a dire? Far cadere l’attuale esecutivo, per andare appunto verso un Conte Ter. Nel caso di tale soluzione “Il senatore di Scandicci non si accontenta della sconfitta totale di Conte sul Recovery-Servizi-Mes, alza l’asticella e toglie la fiducia al governo. A questo punto scatta l’ipotesi di un Conte ter con rimpastone. (…) Il premier va da Mattarella e si dimette, dopodiché subito parte un nuovo esecutivo che deve far posto a nuovi ingombranti ministri (del tipo, Rosato e Orlando) o magari due vice-premier (Orlando e Di Maio)”, si legge su ‘Dagospia’. Difatti Conte “col bis” tornerebbe alla situazione di partenza, vale a dire quando «faceva da passacarte tra Salvini e Di Maio».

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Cosa accadrebbe se il premier non scendesse a patti con Matteo Renzi

Di che ministri si tratta? La crisi potrebbe portare a nomi rilevanti come Maria Elena Boschi, esponente di “Italia Viva”, che non risulterebbe troppo sgradita al premier Conte. L’ipotesi che Renzi voglia entrare nell’esecutivo a sentire lui non esiste: «Non farò il ministro», ha detto in tv a «Quarta Repubblica», anche perché da tempo si parla delle sue ambizioni internazionali.

E se Conte non accettasse di scendere a patti con Renzi? Cadrebbe, come scrive “Dago”. Ovviamente non si andrà al voto anticipato, ma ad “un nuovo governo benedetto da Mattarella” con Marta Cartabia, presidente emerita della Corte costituzionale, nel ruolo di primo premier donna nella storia della Repubblica italiana. E sarebbe un “governo istituzionale” rinforzato dalla presenza di Mario Draghi come “superministro dell’economia”. E se l’ex presidente della Bce non si rendesse disponibile, conclude Dagospia, “al suo posto si fa anche il nome dell’economista Fabio Panetta, membro italiano dell’esecutivo Bce”. Leggi anche l’articolo —> Il nuovo Dpcm potrebbe introdurre la “Zona Bianca”: cosa prevede