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Dario Franceschini: «Proteste per la chiusura? Non si è percepita gravità della situazione»

27/10/2020 12:15

«Chi governa deve assumersi delle responsabilità, soprattutto in una situazione di emergenza», così il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini in una diretta Facebook, replicando alle tante critiche piovute per lo stop a cinema e teatri. «Ho ricevuto molti appelli e attacchi. C’è molta preoccupazione. Sono franco: penso non si sia percepita la gravità della crisi, non si è capito a che punto siamo. La curva dei positivi è impressionante», ha affermato il 62enne ferrarese.

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Dario Franceschini

Dario Franceschini: «Proteste per la chiusura? Non si è percepita gravità della situazione»

«Mi impegno affinché la chiusura sia la più breve possibile. Aggiungo il mio impegno a tutelare i lavoratori dello spettacolo, soprattutto i meno conosciuti», ha detto il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, che ha aggiunto anche: «Non è stata una decisione gerarchica». Secondo il politico, ognuno deve fare la sua parte per ricostruire un «clima di coesione sociale». E a guardare le scene da far west a Milano, Torino e Napoli un’intesa pare oggi lontana. Gestori di ristoranti e pub, proprietari di cinema e teatri sono amareggiati, distrutti per le ricadute economiche che potrebbe avere la seconda ondata. «Bisognava intervenire subito, avevamo il dovere di intervenire subito, prima si interviene prima si blocca la crescita esponenziale della curva dei nuovi positivi al Covid. Per questo la chiusura delle attività non è stata legata a una scelta di importanza. La scelta è derivata dall’esigenza di ridurre la mobilità delle persone», ha affermato il ministro.

«La televisione può esercitare la propria vocazione di fondamentale industria culturale del Paese»

In una lettera inviata ai vertici dei principali network televisivi pubblici e privati per chiedere maggior spazio nei palinsesti a teatro, musica, danza e cinema, Franceschini ha espresso poi tutta la sua vicinanza alle categorie più colpite. «La televisione può esercitare la propria vocazione di fondamentale industria culturale del Paese. Contribuendo a mantenere vivo il legame del pubblico con quello straordinario insieme di talenti e professionalità che incarna la musica, la prosa, l’opera, la danza, il cinema e molte altre forme espressive e creative», si legge nella missiva.

«L’emergenza sanitaria che stiamo attraversando ha imposto scelte dolorose, che suscitano comprensibilmente amarezza e frustrazione, dopo che la riapertura di questi mesi ha dimostrato quanto sia preziosa, coinvolgente e insostituibile la partecipazione dal vivo a spettacoli e manifestazioni culturali. Nel ricordare con fiducia che quegli spazi di condivisione torneremo a viverli. Dobbiamo però ora affrontare il presente e responsabilmente impegnarci per contenere il contagio ed evitare ulteriori rischi per la salute, il sistema sanitario e la vita di ciascuno di noi», prosegue il ministro. L’obiettivo? Fare in modo che la cultura continui a raggiungere più persone possibili. Leggi anche —> Covid-19, genitori creano “Codice mamma” per evitare di sottoporre a test i propri figli

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