Luigi De Magistris è il sindaco di Napoli durante una puntata del programma Omnibus (La 7) ha espresso il proprio parere su alcuni argomenti importati in questo periodo di pandemia. Il primo cittadino ha parlato del problema dell’economia, della gestione della crisi e del comportamento della cittadini di fronte alle restrizioni imposte per frenare il contagio.
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Luigi De Magistris e il suo pensiero sui cittadini
Il Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, intervenuto a Omnibus su La7 ha affermato: «Non mi associo all’ipocrisia di chi critica le persone che camminano per strada in zona gialla chiedendosi
come mai lo fanno. Se non vogliamo vedere quelle immagini, e quindi si ritiene che stiamo entrando in una terza fase, allora ci vuole la zona rossa e poi ristori e tutte le cose che vogliamo. Se invece riteniamo che si può stare in una fase, questo lo devono dire soprattutto i medici che supportano la politica, di zona gialla più o meno costante, io sono dell’idea che si debba aprire 24 ore su 24, cioè fare esattamente il contrario di quello che si sta facendo».
«Un mese di zona rossa, facciamoci il segno della croce»
Il primo cittadino napoletano pensa che le via da seguire siano due: o si apre tutto con le dovute precauzioni o si torna in zona rossa finché i contagi non calano in mondo significativo. Ha infatti dichiarato: «In una città come Napoli o del Sud, dove le persone nel fine settimana mangiano all’aperto e tutti dicono che all’aperto è più sicuro che al chiuso, se tieni aperto solo a pranzo allora le persone andranno tutte a pranzo. Se fai un’apertura per tutta la giornata ci saranno sicuramente meno assembramenti, l’economia rifiata e le persone si responsabilizzano di più. Se invece poi ci meravigliamo delle persone che camminano e c’è una posizione molto grave dal punto di vista pandemico, allora facciamo un mese di zona rossa, facciamoci il segno della croce e il Governo metta in campo ristori ed iniziative economiche forti».
«Serviva un piano vaccinale unico?»
Luigi De Magistris spende parola anche sul piano vaccinale e afferma: «Anche in questa terza fase si sta registrando lo stesso dibattito di contraddizione che c’era nella prima fase, cioè il rapporto tra Stato e Regioni. Trovo grave che si sia arrivati così raffazzonati e impreparati, senza coordinamento tra il commissario Arcuri, lo Stato e le Regioni, quando tutto doveva essere pronto per il piano vaccinale. Serviva un piano vaccinale unico? Nel momento in cui si deve vaccinare tutta la popolazione, questo è l’auspicio che ognuno di noi sta facendo, non può esserci una distonia all’interno del Paese. C’è un commissario per l’emergenza Covid, che ha gestito da ogni punto di vista acquisizione di farmaci, la distribuzione. Le Regioni possono servire per un coordinamento sul territorio, ma mi sa che stiamo facendo una brutta figura e su questo si innesta poi il tema economico molto collegato alla lentezza del piano vaccinale». >> tutte le news di Urbanpost