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Dpcm vs. Decreto-legge: il governo Draghi segna un “ritorno alla Costituzione”

26/02/2021 12:05 - Aggiornamento 26/02/2021 17:24

Su Mario Draghi incombe, fin dall’inizio del suo esecutivo, il fantasma del confronto con il predecessore. Segni importanti di discontinuità, nello stile della comunicazione per lo meno, sono già stati osservati. Uno strumento con cui Draghi potrebbe stabilire una cesura distintiva rispetto al governo Conte potrebbe essere quello dei Decreti legge, che il premier potrebbe adottare al posto dei Dpcm tanto cari a Giuseppe Conte.

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Nuovo Dpcm 16 gennaio

Decreto legge significato

Il Dpcm è stato lo strumento preferito per gestire l’emergenza pandemica durante l’esecutivo Conte. La costituzionalità e la legittimità di tali provvedimenti è tuttavia stata messa in dubbio più volte: proprio per l’utilizzo prolungato ed eccessivo dei Dpcm, Giuseppe Conte è stato da più parti accusato di voler accentrare a sé il potere. L’alternativa ai Dpcm esiste: è il Decreto legge, un atto legislativo di competenza parlamentare. Il costituzionalista Giovanni Guzzetta, per Il Riformista, ha spiegato quali sono i vantaggi che presenta l’utilizzo dello strumento dei Decreti legge.

Perché il Decreto legge

Innanzitutto, contrariamente ai Dpcm, il Decreto legge è lo strumento previsto dalla Costituzione per gestire le emergenze. Al contrario, i Dpcm sono stati un’invenzione ad hoc, tanto che la stessa giurisprudenza amministrativa non sa nemmeno bene come qualificarli. Il Decreto legge è un atto collegiale del governo, che rimette al centro il parlamento, coinvolgendo le forze politiche che sostengono la maggioranza anche attraverso i propri ministri. Il decreto-legge, inoltre, è emanato dal Presidente della Repubblica, consentendo formalmente al Capo dello Stato di esercitare quel controllo interlocutorio riconosciuto dalla Costituzione. Sergio Mattarella sarebbe d’accordo con la scelta del presidente del Consiglio.

Per di più, il decreto-legge può essere sottoposto al controllo del supremo organo di garanzia costituzionale, la Corte costituzionale e potrebbe essere anche sottoposto al controllo politico dei cittadini attraverso il referendum. Infine il decreto-legge dev’essere convertito dalle Camere entro 60 giorni, consentendo ai rappresentanti dei cittadini di valutare ed eventualmente modificare le scelte dell’esecutivo. Questa possibilità appare cruciale soprattutto nella circostanza attuale, in cui il governo istituzionale non ha alcuna formula politica prestabilita.

governo sottosegretari

Dpcm vs. Decreto legge

Esattamente come il Dpcm, il Decreto legge entra immediatamente in vigore. Similmente al Dpcm, che ha una durata di 45 giorni, anche il Decreto legge ha una data di scadenza, a 60 giorni dalla sua entrata in vigore, ma il Decreto legge, secondo la prassi, viene convertito in legge entro la sua scadenza. Una differenza tra i due strumenti è che il Dpcm non richiede che il Consiglio dei ministri sia convocato. Ma, scrive Guzzetta, il “senso di collegialità” dimostrato da Draghi suggerisce che non sarà di certo questo aspetto a fargli preferire la via del Dpcm a quella del Dl. Una virata verso il Decreto legge, spiega il costituzionalista, costituirebbe un “ritorno alla Costituzione”. Dopotutto, dopo un anno di emergenza scandito a colpi di Dpcm, sarebbe bene ripensare la gestione tecnico-costituzionale di quella che ormai è una situazione “diversamente ordinaria”. >> Tutte le news