La crisi di Governo aveva fatto accantonare il decreto Ristori 5, per il quale il precedente esecutivo aveva già chiesto uno scostamento di bilancio di 32 miliardi di euro. Il decreto Ristori 5, già definito a grandi linee dal ministero dell’Economia pre-Draghi, non dovrebbe subire grandi evoluzioni, ma qualcosa cambierà: il premier Mario Draghi ha definito, fin dall’inizio, una strategia che prevede “aiuti più selettivi”. Il Ristori 5 potrebbe essere approvato già a fine febbraio o al massimo entro la prima settimana di marzo. Risarcimenti, contributi a fondo perduto Covid, nuovi bonus, ammortizzatori sociali, riscossioni: ecco cosa prevede il decreto, che dovrebbe contare su 37 miliardi di euro.
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Risarcimenti
Per fare un esempio di cosa intende Draghi per “aiuti più selettivi”: sul fronte indennizzi sono previsti nuovi contributi a fondo perduto basati sulla perdita di fatturato 2020. Lo scopo è risarcire le imprese nel modo più selettivo possibile rispetto alle perdite subite a causa della pandemia. indipendentemente dal codice ATECO. Secondo quanto riporta Pmi.it, sono confermati anche i bonus per Partite IVA e Professionisti. Si parla anche di rinnovo delle indennità Covid da mille euro per una platea più estesa di beneficiari rispetto alle categorie finora previste. Si tratta dei sussidi erogati dall’INPS a categorie di lavoratori precari (a termine, stagionali, ecc.) che non accedono alla cassa integrazione prevista per i dipendenti a tempo indeterminato.
Blocco licenziamenti e ammortizzatori sociali
Un’altra delle priorità fissate da Mario Draghi è quella del blocco dei licenziamenti. Insieme al blocco licenziamenti, i sindacati chiedono ammortizzatori sociali. Le imprese sono favorevoli alla cassa integrazione, ma chiedono lo sblocco dei licenziamenti. Si ipotizza pertanto un meccanismo selettivo che colleghi i due fattori: qualcosa di simile al meccanismo già proposto ma non applicato, ovvero con i licenziamenti bloccati solo nelle imprese che utilizzano gli ammortizzatori sociali.
Riscossione
Altro fronte caldo è quello della fiscalità, visto che dal primo marzo riprende la riscossione. Si è parlato di un possibile ulteriore slittamento per un paio di mesi, ma anche in questo caso potrebbe trattarsi di una proroga selettiva. La proroga potrebbe riguardare solo alcuni pagamenti (come le rate della rottamazione o per il pignoramento). Per altre scadenze invece si potrebbe attenersi alla data già fissata del primo marzo: è il caso delle cartelle esattoriali. Anche queste però potrebbero riprendere con un meccanismo progressivo, magari dilazionato nell’arco di due anni, per evitare una pioggia di richieste nelle prime settimane di ripartenza. >> Pace fiscale 2021 rottamazione cartelle: le scadenze in arrivo