Denise Pipitone news oggi: sono a dir poco inquietanti gli innumerevoli dettagli, le palesi reticenze, le più che anomale ‘coincidenze’ che stanno emergendo dal vecchio carteggio processuale relativo all’iter giudiziario che vide imputata Jessica Pulizzi (poi assolta in via definitiva dall’accusa di sequestro di persona).
Denise Pipitone scomparsa: eclatanti elementi indizianti poi archiviati
Eclatanti menzogne rese ai carabinieri da soggetti sentiti come persone informate sui fatti e poi testimoni al processo. Oggi riemerse e oggetto di attenzione mediatica in relazione alla riapertura delle indagini sul giallo di Mazara da parte della Procura di Marsala. Elementi sconcertanti poi archiviati, stralciati. Non ci riferiamo quindi a ‘novità’ vere e proprie ma ad incredibili già noti elementi indizianti che oggi si stanno (ri)vestendo della importanza che meritano e che, se approfonditi all’epoca della scomparsa di Denise, forse avrebbero anche permesso di far luce su ciò che le capitò quel terribile 1° settembre 2004.
Jessica Pulizzi, le sospette contraddizioni dell’ex fidanzato: «Ce l’ammazzasti a chidda?»
Sotto la lente di ingrandimento di vari programmi televisivi la pesantissima intercettazione ambientale fatta all’allora indagata Jessica Pulizzi e al fidanzato dell’epoca, Fabrizio Foggia. La coppietta l’11 dicembre 2004 si recava in scooter verso una casa di campagna concessagli dall’amico per appartarsi. Prima di farvi ingresso Fabrizio chiede a Jessica: «Ce l’ammazzasti a chidda?».
Secondo chi indagava il giovane si riferiva a Denise. Fabrizio avrebbe voluto sapere da Jessica se fosse coinvolta nel rapimento della piccola. Circostanza sempre negata dall’imputata a processo, secondo cui non stavano parlando di persone lei e il fidanzato, ma di galline. Bizzarra versione dei fatti che non ha mai convinto gli inquirenti. In quel casolare infatti, secondo quanto riferito da Jessica, per accedere bisognava scavalcare un muretto e saltandovi si finiva tra le galline. Ma la domanda che il fidanzato rivolge a Jessica è collocata in un momento che precede lo scavalcamento. Quindi, come anche l’avvocato Frazzitta in aula fece notare all’imputata, non aveva senso logico parlare di una presunta gallina ammazzata prima che il fatto avesse luogo.
Jessica e l’odio per Piera Maggio: «Voleva fargliela pagare»
Una circostanza, questa delle galline, di cui mai Fabrizio aveva fatto menzione ai carabinieri che lo interrogarono. Dal suo verbale datato 14 gennaio 2006, infatti, non emerge alcun riferimento riconducibile alle galline. In quell’occasione Fabrizio si contraddisse clamorosamente, per giunta. Dapprima infatti riferì ai carabinieri di essere stato il fidanzato di Jessica Pulizzi dal 1999 agli inizi del 2003. Di essere più che sicuro di non aver avuto con lei alcun contatto nel 2004, tanto meno dopo la scomparsa della piccola Denise. (continua dopo la foto)
Messo con le spalle al muro, dopo aver ascoltato l’intercettazione di cui sopra, fu costretto ad ammettere la verità. Come un fiume in piena allora rivelò fatti gravissimi che riguardavano Jessica. Disse che la ragazza odiava profondamente Piera Maggio, che la riteneva artefice della fine del matrimonio dei suoi genitori. Che avrebbe voluto farle del male, “fargliela pagare” in qualche modo (dettaglio invece omesso durante la sua testimonianza a processo).
Avrebbe chiesto proprio a lui, suo fidanzato, una ‘prova d’amore’: un aiuto per coinvolgere un malavitoso che potesse commettere su commissione uno sfregio alla Maggio. E né in quella occasione, né a processo, il giovane fece alcun riferimento alle galline, all’animale che Jessica avrebbe ucciso saltando nel cortile del casolare. Fabrizio disse in aula di essersi spaventato per il possibile coinvolgimento di Jessica, di non aver con lei consumato alcun rapporto sessuale in quell’occasione, di non averla mai più vista o sentita da quel giorno. Potrebbe interessarti anche —> Denise Pipitone, i contatti fra Anna Corona e Peppe Della Chiave: importanti documenti al vaglio