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Di Battista contro Renzi, i grillini si spaccano: “Mai più”, M5s verso la scissione?

27/01/2021 09:28 - Aggiornamento 27/01/2021 11:45

Di Battista contro Renzi, i grillini si spaccano – Mercoledì 27 gennaio 2021. Il Movimento 5 stelle si trova davanti ad un bivio: Renzi o Di Battista? Il rischio di una scissione si fa più che mai presente oggi, vista la rassegna delle dimissioni del premier Conte. Come scrive Rocco Vazzana su “Il dubbio” l’osservato speciale in queste ore è proprio Alessandro Di Battista. L’ipotesi di un Conte Ter sembra la più probabile, ma senza Renzi i numeri non ci sono. Dunque? “Dopo mesi di gelo con Di Maio, l’ex deputato romano era tornato a dare una mano al Movimento nel momento del bisogno ( il ritiro delle ministre Bellanova e Bonetti) stringendo un patto di ferro con l’ex capo politico in nome di una nuova crociata: mai più con Renzi”, si legge nell’articolo. Un retroscena “succulento”: per i grillini la crisi di governo potrebbe davvero determinare un’insanabile frattura.

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di battista contro Renzi

Di Battista contro Renzi, i grillini si spaccano: “Mai più”, M5s verso la scissione?

Quando Renzi aveva dichiarato in conferenza stampa di aver ritirato le ministre Bellanova e Bonetti, Di Battista si era mostrato sin da subito “entusiasta”. L’ex premier e Maria Elena Boschi non sono mai andati a genio al grillino e la loro uscita di scena dalle fila della maggioranza lo aveva rassicurato. Tanto da benedire i “volenterosi”, “responsabili”, “voltagabbana”, chiamateli come volete. Il leader movimentista, che ha assistito allo sgretolarsi della sua creatura, che appare ben altra cosa rispetto agli inizi, si era detto disposto anche ad accettare che i costruttori venissero dall’Udc e Forza Italia. Quel che contava, in sostanza, era non sottostare più agli umori di Renzi. Sempre ne “Il Dubbio” si parla addirittura dell’ipotesi di Alessandro Di Battista come ministro dell’ambiente. Ovviamente senza il senatore toscano. Il principio di piacere però ha dovuto scontrarsi ben presto con quello di realtà: con la relazione Bonafede la crisi ha subito una brusca accelerazione. Senza numeri non si può governare e Conte ha dovuto prenderne atto. Da qui la decisione di recarsi al Colle e rassegnare le dimissioni al Capo dello Stato Mattarella, che avvierà oggi stesso le consultazioni.

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Casaleggio da tempo «usa Rousseau come una macchina autonoma», che accadrà nelle prossime ore?

Purtroppo per Di Battista, l’ipotesi di un Conte Ter che sembrerebbe la più abbordabile per evitare finanche lo scioglimento delle Camere, non può prescindere da Matteo Renzi. Ricucire lo strappo con Italia Viva sembra davvero «l’unica via d’uscita all’impasse. Scelta obbligata non solo per blindare il premier, ma anche per proseguire l’esperienza di governo», come si legge su “Il Dubbio”. Di Maio sui social ha parlato sì di fase di incertezza, ma si è guardato bene dall’etichettare Renzi responsabile di una crisi che si poteva evitare. Ma perché? Proprio per tenere aperta una porta col leader di Italia Viva. C’è chi però ha preso posizione, come l’ex ministra Barbara Lezzi, che ha annunciato che non voterebbe la fiducia a un governo con i Renziani.

La verità è una: il Movimento 5 stelle sul da farsi non ha un’unica camera di regia. «’Ma vuoi mettere altri due anni al governo con Dibba che cannoneggia sulla maggioranza dall’opposizione?’ si chiedono al quartier generale pentastellato. Perché se questa fosse la fotografia definitiva del nuovo esecutivo, con Italia viva rientrata dalla finestra, alla scissione non ci sarebbero alternative», scrive sempre il giornalista Rocco Vazzana. Senza contare la posizione di Davide Casaleggio, che da tempo «usa Rousseau come una macchina autonoma». Si scalda l’artiglieria in attesa che Alessandro Di Battista faccia il grande passo? Conte non può e non deve sottovalutare anche quest’aspetto. Leggi anche l’articolo —> Crisi Governo, Conte si dimette: al via consultazioni da Mattarella, ultime notizie