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Cosa si nasconde dietro la missione di Draghi negli Usa: perché l’Italia gioca ora un ruolo chiave

11/05/2022 09:05 - Aggiornamento 11/05/2022 11:05

Draghi Biden incontro – «In Italia e nell’Unione europea ora la gente vuole vedere la fine di questa violenza, di questi massacri, di questa macelleria. Italia e Ue vogliono che si faccia tutto il possibile per riportare la pace nel nostro continente. Dobbiamo assicurare al più presto un cessate il fuoco, ottenere negoziati credibili». Così il presidente del consiglio italiano Mario Draghi a Joe Biden durante quei 7 minuti, in cui le telecamere di tutto il mondo sono entrate nello Studio Ovale, perché ovunque risuonassero. Una volta rimasti soli, il nostro premier ha insistito: «Rifletti sulla possibilità di chiamare tu stesso Putin al telefono», anche perché «dobbiamo chiedere alla Russia di sbloccare il grano bloccato nei porti ucraini». Biden avrebbe risposto con un secco: «Ci penso».

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Draghi Biden incontro sulla guerra in Ucraina: «Putin pensava di poterci dividere, ma ha fallito»

Tra i tanti giornalisti giunti negli Usa anche Tommaso Ciriaco, che racconta così il preludio del faccia a faccia tra i due leader: “Il premier si presenta a Washington con il volto un po’ stropicciato dal lungo viaggio. I venti contrari sull’Atlantico hanno allungato il volo fino a nove ore e mezza. Una doccia nella suite dell’hotel St. Regis, poi dritto al cospetto di Biden. Il colloquio dura un’ora. Con l’ex banchiere, l’ambasciatrice a Washington Mariangela Zappia e il consigliere diplomatico Luigi Mattiolo. L’eco delle parole di Macron sulla necessità di non ‘umiliare’ la Russia al termine del conflitto è scomoda, complica la vigilia della missione. Sono concetti che scorticano il filo sottile su cui Draghi si muove in equilibrio da mesi: ora deve rassicurare Biden senza rompere l’unità del Continente”. Draghi ha parlato non solo come presidente del consiglio italiano, ma come leader europeo«Putin pensava di poterci dividere, ma ha fallito», ha dichiarato l’ex numero uno della Bce. Parole importanti che rinsaldano l’alleanza atlantica. Se è vero che l’Unione Europea ha fatto da ponte nel conflitto Ucraino tra Stati Uniti e Russia, è altrettanto giusto evidenziare il ruolo chiave giocato ora dall’Italia. E si è rivelato decisivo il viaggio di Draghi, il suo lavoro di tessitore. Non solo la richiesta di pace e di negoziati, dietro la missione del premier si nasconde anche altro: il tentativo di evitare che l’Italia resti schiacciata tra Oriente e Occidente. 

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Cosa si nasconde dietro la missione di Draghi negli Usa: l’Italia gioca ora un ruolo chiave

È evidente, chiaro come il sole, che Biden preferirebbe vedere la Russia indebolita. Per questo nelle ultime settimane il presidente americano non si è frenato ricorrendo a termini duri come «macellaio» e «assassino», riferendosi allo zar Vladimir Putin. Dall’escalation retorica però Mario Draghi si è sempre tenuto alla larga. Ed è stato forse proprio quest’atteggiamento a mettere l’Italia nella posizione di prestigio in cui si trova oggi. Paolo Mastrolilli su «Repubblica» chiarisce perché Washington stia puntando molto sul rapporto con il nostro Paese: “Italia pilastro dell’alleanza occidentale che cerca di fermare Putin, difendendo democrazia e libertà, per contrastare i tentativi del Cremlino di sfruttare le potenziali crepe nell’Europa allo scopo di spaccarla e piegarla ai suoi fini. Su questo obiettivo il presidente Biden ha impostato l’incontro di ieri alla Casa Bianca col premier Draghi, secondo fonti autorevoli dell’amministrazione, mentre il Congresso si preparava ad approvare un altro pacchetto da 40 miliardi di dollari per sostenere Kiev”.

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Draghi il “tessitore”: perché l’Italia manda altre armi a Kiev

“Le parole del premier sono quelle di chi si cala nel ruolo del possibile mediatore, che chiede alla potenza americana, al ‘grande amico dell’Europa’, di non usare solo i muscoli, di avere maggiormente a cuore la necessità di un percorso negoziale”, scrive Marco Galluzzo sul «Corriere della sera», facendo una istantanea perfetta dell’incontro tra Biden e Draghi. Questo però non significherà aiutare di meno gli ucraini: l’Italia evoca la pace, ma manda più armi. Non è un controsenso, tantomeno un paradosso. Perché non bisogna mai dimenticare che c’è sempre un aggressore (Mosca) e un aggredito (Kiev). La vittima va sostenuta senza se e senza ma, altrimenti si diventa complici del carnefice. Come rivela Fiorenza Sarzanini sempre sul «Corriere della Sera»: “Armi tecnologiche come gli antidroni Guardian, disturbatori di radar, sistemi di difesa contro eventuali attacchi alle infrastrutture”. Non solo: nelle prossime settimane Draghi invierà 250 soldati in Bulgaria e 350 in Ungheria. Anche perché quel che si prospetta è uno scenario tutt’altro che roseo: Putin non sembra voler indietreggiare e frenare l’offensiva nel Donbass. Si prospetta purtroppo una guerra ancora molto lunga. E l’Italia, sin dalle prime battute si è schierata al fianco dell’Ucraina, e continuerà ad esserlo. Leggi anche l’articolo —> Quanto durerà ancora la guerra in Ucraina? Le ultime notizie e la minaccia di Lukashenko