“Mario Draghi a redoré le blason de l’Italie”, dice così il titolo dell’articolo, uscito su «Le Figaro», dedicato al nostro presidente del consiglio, che “in soli otto mesi ha ridato credito al paese, avviato riforme e restaurato l’autorità dello stato”. Si potrebbe tradurre con qualcosa come “Rivoluzione Draghi” o “Come Draghi ha ridato lustro all’Italia”. Dopo gli elogi del «NYT» e del «Financial Times», l’economista si prende i complimenti anche dei cugini francesi, che ne lodano la fermezza. Valerie Segond non ha dubbi: “Conti pubblici in fase di recupero, riforme avviate, uno Stato rispettato… L’ex presidente della Bce ha impresso il suo marchio”. La fase avviata dal premier è per «Le Figaro» l’aperitivo di “un decennio dorato per l’Italia”. Un assaggio, se vogliamo, che lascia appagati parecchi, se non tutti. Senza voler esagerare ovviamente: che Mario Draghi (per continuare la metafora gastronomica) non è la Nutella. A leggere la disamina però gli Italiani ne hanno di motivi per stare allegri. O ancor meglio, si spera, sazi.
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“Mario c’est super”. Elogi à gogo da «Le Figaro» per Draghi: Italia irriconoscibile
In apertura di uno degli articoli de «Le Figaro» si legge che «dall’arrivo di Mario Draghi alla presidenza del Consiglio, lo scorso febbraio, lo sguardo sull’Italia è chiaramente cambiato. Ancora meglio, il suo credito è stato riabilitato». Chiamato dal capo dello Stato Sergio Mattarella per portare avanti la campagna vaccinale (che era praticamente a terra) e rilanciare l’economia (che era pure a zero), Draghi “ha rispettato il suo duplice contratto”. Tant’è che il piano di rilancio “è stato accettato in Europa”. E, sottolineiamo, nessuno ha battuto ciglio per il leggero ritardo con cui il documento sarebbe stato recapitato a Bruxelles. Segno che, in fatto di autorevolezza, Draghi non è pari a nessuno. Una specie di Chuck Norris della politica: può fare cose che agli altri non riescono.
Dalla sua il premier italiano ha avuto anche molta fortuna
A differenza della stampa americana però, «Le Figaro» ha sottolineato pure che il premier ha avuto il vento favorevole in questi mesi: “Vero è che l’ex governatore della Bce ha anche avuto molta fortuna: dopo il crollo dell’8,9% dell’attività nel 2020 la crescita del 6% prevista quest’anno ha colto di sorpresa tutti gli istituti, dal Fmi all’Ocse, passando per le banche anglosassoni”. Una crescita ‘postbellica’ “che facilita molto la politica economica” e “consente al governo di mantenere una politica espansionistica”. Talento, bravura, ma anche un pizzico di fortuna. Che non guasta.
“La grande commedia politica italiana non abbassa mai i toni, ma Draghi non si fa intimidire”
“Da buon direttore d’orchestra, guida la sua ampia maggioranza, dalla sinistra alla Lega, senza perdere di vista il suo spartito”, si legge su «Le Figaro». “La grande commedia politica italiana non abbassa mai i toni, ma Draghi non si fa intimidire dalle esibizioni di muscoli” e “riesce ad incanalare il Leader della Lega, Matteo Salvini, ricevendolo ogni settimana”. Che letta così sembra la caramella data al bambino al luna-park. Seguirà una replica del segretario del Carroccio? Per il giornale francese il premier non si lascia persuadere da nessuno: “Agisce secondo i suoi convincimenti, e con pragmatismo, senza piegarsi all’agenda elettorale della sua maggioranza”. Chi scrive sottolinea anche una virtù, che è poi l’arma segreta del presidente del Consiglio: la pazienza. “Draghi sa temporeggiare, tenere in sospeso una decisione, il tempo necessario a convincere i recalcitranti con alcune mini-concessioni che potranno rivendicare come vittoria. Il suo metodo consiste nello spingersi più avanti possibile senza rischiare di spezzare la coesione del governo”.
Draghi, «Le Figaro» tesse le lodi dell’ex numero uno della Bce
Un modus operandi quello di Draghi che raccoglie l’applauso dell’Europa, dove lui è “diventato motore della sua trasformazione”. Che ricorda vagamente Tommaso D’Aquino quando diceva che Dio è la causa prima di ogni movimento. Vale a dire “Dio come motore immobile ed eterno”. Sarà contento l’economista, anche se chi lo conosce bene dice che i troppi complimenti lo mettono a disagio. In questo caso un po’ di imbarazzo lo proviamo tutti. Anche quelli che ammirano Draghi. Consci che non si può essere in disaccordo con «Le Figaro» quando scrive che “in questo contesto, con 15 miliardi di entrate fiscali in più del previsto e 20 miliardi di spesa pubblica in meno, il governo può mantenere una politica espansiva, con un budget fino a 23 miliardi per il 2022”.
“Un nuovo asse forte con Macron per rilanciare l’Eu”
Il quotidiano ha poi dedicato all’Italia un altro articolo, in cui si parla della forte intesa tra Draghi e il premier francese. “Un nuovo asse forte con Macron per rilanciare l’Eu”, si legge. “Mentre si sta voltando la pagina Merkel la tentazione potrebbe essere quella di cercare un nuovo equilibrio europeo fondato su un asse transalpino”, si legge nel pezzo. “Macron e Draghi condividono la stessa volontà di ammorbidire le regole di bilancio della zona euro, senza tuttavia mettere a rischio la loro credibilità di paesi fortemente indebitati”. Di questa reciproca stima a goderne di più forse è proprio la Francia, giacché “l’aura dell’ex banchiere centrale aiuterà di fronte alle resistenze dei paesi ‘frugali’ del nord”. Tre pagine dense che non fanno che riportare l’attenzione su quello che è uno dei temi caldi del giorno: vale la pena che Draghi voli al Quirinale? Sarebbe meglio forse che la colomba con «slanci» da falco restasse a Palazzo Chigi. Leggi anche l’articolo —> Berlusconi al Quirinale, retroscena di Minzolini: “Ecco perché conviene anche a Draghi”
(Foto Copertina Fonte Ufficiale Palazzo Chigi)