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Draghi premier, Zingaretti incontro con M5s-Leu. Sconcerto nel Pd: “Non stappiamo lo spumante”

03/02/2021 15:43 - Aggiornamento 03/02/2021 15:54

Draghi premier – Mercoledì 3 febbraio 2021. «È un momento difficile. La consapevolezza dell’emergenza richiede risposte all’altezza ed è con questa speranza e questo impegno che rispondo positivamente alla richiesta del presidente Mattarella». Così il professor Mario Draghi al termine del suo incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’ex presidente della Banca di Italia si è detto fiducioso, ma riuscirà ad incassare il sì del Parlamento? Il segretario dei Dem Zingaretti chiama all’alleanza: «È tempo di un nostro protagonismo per mettere in campo i contenuti e una visione chiara».

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Draghi premier, Zingaretti incontro con M5s-Leu. Sconcerto nel Pd: «Non stappiamo lo spumante»

«Con l’incarico a Mario Draghi si apre una fase nuova che può portare il Paese fuori dall’incertezza creata da una crisi irresponsabile e assurda. Siamo pronti a contribuire con le nostre idee a questa sfida», ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti in una nota. La sfida «per fermare la pandemia, per concludere la campagna vaccinale, per un nuovo modello di sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale e sociale, sulla difesa e sul rilancio di una forte collocazione europeista dell’Italia, che in questi mesi abbiamo riconquistato», ha dichiarato il leader dei Dem. Lo stesso si è detto aperto ad una forte alleanza con il M5s e Leu, con i quali avrà a breve un incontro. Dietro le parole piene di fiducia di Nicola Zingaretti si nasconderebbe però tutt’altro scenario.

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Si pensava al Conte Ter, dando per scontato forse che Mattarella avesse un piano B

Senza dubbio apprezzabile il tentativo del segretario dei Dem di rimettere insieme i cocci della fragile alleanza giallorossa, ma la realtà sarebbe ben più amara. Come scrive Gabriella Cerami sull’Huffington Post “C’è sconcerto nel day after tra i maggiorenti del Pd: “Beh, di certo non stappiamo lo spumante”. È tutto un telefonarsi, inseguirsi, compiangersi”. Il mood di queste ore all’interno del partito sarebbe: «Non ci siamo creati altre strade, un’alternativa, ci siamo legati mani e piedi a Conte». La rabbia è tanta e appare chiaro leggendo le parole di Andrea Orlando: «Il Pd ha svolto la sua funzione, ha lavorato per la nascita di un governo ma è stata impedita, è stata fatta saltare da una scelta di Iv e di Matteo Renzi. Quindi per favore non parliamo indistintamente di fallimento della politica». Al Nazareno si pensava al Conte Ter, dando per scontato forse che Mattarella avesse un piano B: Mario Draghi appunto. Ed è da qui che il Partito Democratico deve ripartire, cercando di ricucire. Di “salvare il salvabile”, come si dice.

Bisogna fare “reset” da quell’apertura di crisi voluta tenacemente da Renzi, a cui si rivolge con ironia Francesco Storace su “Il Tempo”“Lezione di politica. Chapeau Matteo Renzi, che ha osato, rischiato l’osso del collo e ha invece schiantato chi lo dava per morto. Altro che due per cento…”, si legge nell’attacco dell’articolo. Tra i sostenitori di Draghi ci sarebbe infatti proprio Italia Viva: «Ora è il momento dei costruttori. Ora tutte le persone di buona volontà devono accogliere l’appello del Presidente Mattarella e sostenere il governo di Mario Draghi. Ora è il tempo della sobrietà. Zero polemiche, Viva l’Italia», ha detto Renzi. Leggi anche l’articolo —> Draghi, il “manifesto” del suo governo è il discorso al Meeting di Rimini del 2020