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Draghi al Quirinale? Macché, scoop di “Dagospia”: il nome che mette d’accordo (quasi) tutti | Retroscena

29/12/2021 16:36 - Aggiornamento 29/12/2021 16:54

Altro che Mario Draghi al Quirinale nel 2022. «Dagospia» lancia in queste ore uno scoop a dir poco clamoroso. Roberto D’Agostino non ha dubbi e svela sul suo seguitissimo portale il nome del prossimo presidente della Repubblica. Si tratterebbe di una vecchia conoscenza della politica italiana: giurista e accademico, due volte presidente del Consiglio dei ministri (dal 1992 al 1993 e dal 2000 al 2001), oltreché due volte Ministro del Tesoro, nonché vicepresidente della Corte costituzionale a partire dal 16 settembre 2020. “Diamo il benvenuto al prossimo presidente della repubblica: Giuliano Amato”, si legge in un flash. Con tanto di motivazioni. Uno scenario che gioverebbe in un certo senso allo stesso ex numero uno della Bce, come spiega Annalisa Cuzzocrea in un retroscena uscito su «La Stampa». Più che un’ipotesi, insomma.

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Draghi Quirinale 2022

Draghi al Quirinale? Macché, scoop di “Dagospia”: il nome che mette d’accordo (quasi) tutti

Giuliano Amato prossimo presidente della Repubblica? A detta di «Dagospia» tra i partiti prende sempre più forza e consensi “il mitologico ‘Dottor Sottile’, che sancirebbe il definitivo ritorno della politica contro la sbornia popul-sovranista”. Per D’Agostino l’ex sottosegretario di Craxi sarebbe l’uomo ideale “di un pezzo di Pd in accordo col M5s di Di Maio e Conte”, difatti Amato è in ottimi rapporti col mentore dell’Avvocato del Popolo Alpa. Inoltre risulterebbe essere una figura gradita anche al centrodestra, non solo a Berlusconi, che lo voleva al Quirinale già nel 2015, quando alla fine però si optò per Sergio Mattarella. Potrebbe convergere anche Salvini, mentre Giorgetti, secondo «Dagospia», è già d’accordo. Il nome di Amato sarebbe saltato fuori già nella famosa cena in pizzeria tra l’attuale ministro degli Esteri e quello dello Sviluppo Economico.

Draghi Quirinale 2022

“La tela dei partiti è già fitta di punti di forza che passano via whatsApp, di telefono in telefono”, il retroscena uscito su «La Stampa»

“La tela (…) dei partiti è già fitta di punti di forza che passano via whatsApp, di telefonino in telefonino. Punti a favore di Giuliano Amato, giudice costituzionale, vicepresidente della Consulta, eterna riserva della Repubblica”, scrive Cuzzocrea su «La Stampa». Altri punti di forza? Li ha elencati con dovizia di particolari la giornalista nel suo lungo retroscena uscito sul giornale diretto da Massimo Giannini, riferendo le impressioni di chi punta su Amato: “È anziano abbastanza da liberare presto il posto. Piace a Draghi. È l’unico altro nome che all’estero conoscono e apprezzano”. Senza contare una certa dose di cinismo, la vicinanza al mondo americano e la forte spinta europeista: tutte qualità che lo rendono vicino al Presidente del Consiglio. Con Draghi il candidato ha poi un rapporto privilegiato: “Era direttore del Tesoro quando Amato era premier, potrebbe sentirsi garantito da lui al Colle e riconoscergli un’autorevolezza adeguata a rinnovargli il mandato di Mattarella. Così il Draghi resterebbe al suo posto”, le parole di un ministro.

Draghi Quirinale 2022

Draghi resta il piano A per il Quirinale, ma…

Un nome quello di Amato che fa tremare le vene e i polsi a non pochi Italiani, che non gli hanno ancora perdonato “il prelievo forzoso del 6 per mille sui depositi bancari che – insieme a una finanziaria da 93 mila miliardi di lire – servivano a salvare l’Italia dalla bancarotta e dall’isolamento”, come ricorda la Cuzzocrea, che ha ripercorso la carriera dell’ex premier. Chi pure mal digerisce l’aspirante capo di stato è Marco Travaglio, che ospite da Lilli Gruber, ad “Otto e mezzo”, ha dichiarato: «Giuliano Amato il miglior candidato alla presidenza della Repubblica? Spero che non venga mai eletto. È stato il braccio destro di Craxi, è quello che ingegnerizzò le prime leggi ad personam per le televisioni di Berlusconi nell’83-84, si è ritirato dalla politica 80 volte e ci è rientrato 81 volte. È, insomma, il peggiore simbolo della restaurazione della vecchia casta. Sarebbe un segno dell’Italia che ritorna agli anni ’80, altro che rinnovamento. La sua elezione sarebbe devastante anche dal punto di vista simbolico», ha dichiarato il direttore de «Il Fatto Quotidiano». Per alcuni retroscenisti il nome di Amato resta comunque il piano B, quello A rimane Mario Draghi. Anzi, i più maligni credono che il primo serva a scalzare il secondo; un modo per sbarrare all’ex governatore la strada al Colle. Vedremo come andrà a finire… Leggi anche l’articolo —> Quirinale, il piano di Conte per mettere fuori gioco Draghi e Berlusconi | Retroscena

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