“Il tentativo di Mario Draghi di diventare presidente è negativo per l’Italia e per l’Europa”. È questo il titolo di un editoriale dell’«Economist», che il mese scorso aveva incoronato l’Italia “Paese dell’anno” grazie all’ex numero uno della Bce, esortandolo a restare a Palazzo Chigi. Il quotidiano britannico ha rimarcato che Draghi “ha guidato per quasi 12 mesi una politica insolitamente calma e unita… ma il suo desiderio a malapena mascherato di lasciare Palazzo Chigi per il più grandioso Quirinale mette a rischio” il governo, che ha da portare a compimento tutta una serie di riforme.
leggi anche l’articolo —> Quirinale, il live blog: chi sarà il nuovo presidente della Repubblica?
Giorni faticosi per Draghi, ora anche l’«Economist» frena la sua corsa al Colle: la frase rubata del premier
“Se eletto sarebbe difficile trovare un successore in grado di tenere insieme l’attuale coalizione,
ideologicamente eterogenea. Se non eletto, la sua posizione sarebbe indebolita, quindi potrebbe essere per lui difficile proseguire lo stesso incarico”, questo il ragionamento dell’«Economist». “L’Italia è il principale beneficiario dei fondi dell’Ue per la ripresa dalla pandemia. La speranza è che i soldi possano essere spesi in modo da stimolare la crescita economica dell’Italia. Per più di due decenni, la pessima performance del paese ha agito da freno alla crescita economica dell’intera Ue”, si legge sempre nel lungo editoriale, che sembra precludere al banchiere la possibilità di un trasloco al Quirinale. Che Mario Draghi sia preoccupato è parso evidente sin da ieri, quando ha dato il via ad una girandola di incontri con i vari leader. Colloqui che hanno suscitato tutta una serie di reazioni al Transatlantico. Al «corridoio dei passi perduti» c’era aria di tempesta: il minuto prima sembrava fatta per l’economista; quello successivo pareva che non ci fosse spazio per un’eventuale passaggio al Colle. Un clima febbricitante: secondo i rumors il vero problema tra Draghi e Salvini, che hanno avuto un colloquio ieri, sarebbe stato il Viminale.
Draghi al Quirinale, retroscena sull’incontro con Salvini
Dopo essersi definito un ‘nonno al servizio delle istituzioni’, il presidente del consiglio ha fatto la sua mossa: «Quali sono le vostre aspettative sul mio ruolo per il Paese? Qual è la vostra volontà?», avrebbe detto ai leader dei partiti. Una frase rubata che fa capire che la situazione non è affatto chiara nemmeno all’ex governatore di Bankitalia. Perché quello di ieri effettivamente è stato un «lunedì surreale», come lo ha definito Aldo Cazzullo. Come interpretare la valanga di schede bianche? Per Massimo Franco «non è preoccupante in sé: era previsto. A renderlo tale è piuttosto la sensazione che non sia figlio di una strategia ma della sua assenza». Come uscire dalle sabbie mobili in cui son incappati i partiti? Ci vorrebbe una corda. A lanciarla potrebbe essere nelle prossime ore proprio Mario Draghi, che potrebbe proporre qualche candidato da votare. Una figura di alto profilo, un uomo o donna super partes. Il premier, messo da parte il suo sogno di andare al Quirinale (sempre che lo fosse davvero), potrebbe diventare così il vero «king maker» di queste elezioni. Gli basterà? O è troppo poco per uno come lui? Leggi anche l’articolo —> Quirinale, fumata nera al primo scrutinio: tutti i nomi insoliti allo spoglio