Emergenza smog: il divieto di circolazione per i veicoli più inquinanti, diesel per primi, non è l’unica soluzione per ridurre l’inquinamento da Pm10. Di più, il blocco dei veicoli diesel più moderni, gli euro 5 e 6, è praticamente inutile ai fini della riduzione del particolato nelle aree urbane. Dopo il blocco totale dei veicoli diesel deciso dalla sindaca di Roma Virginia Raggi, interviene anche l’Unione Petrolifera. L’associazione dei produttori di petrolio porta in luce un aspetto trascurato quando si parla di lotta all’inquinamento urbano: la pulizia delle strade.
Emergenza smog: «A Stoccarda Pm10 ridotto del 60% con il lavaggio delle strade»
In una nota inviata alla stampa, l’Unione Petrolifera ha messo in evidenza un male endemico della città di Roma: la mancata pulizia delle strade. “Nell’ambito delle politiche finalizzate alla riduzione del particolato – si legge nel testo – è fondamentale anche il ruolo svolto dalle condizioni e dalla qualità di manutenzione dei manti stradali”. L’Unione Petrolifera cita come esempio la Germania e in particolare la città di Stoccarda. “Un esempio dell’efficacia di interventi specifici sulle strade si ha nella città di Stoccarda che, a fronte di un triplicarsi del numero di giorni di lavaggio delle strade, ha registrato una riduzione del 60% dei superamenti delle concentrazioni giornaliere del Pm10”. Il 60% di riduzione del particolato è davvero molto. Il fatto che sia stato ottenuto con un’attività con impatto infinitamente inferiore a quelle di un blocco alla circolazione della maggior parte dei veicoli privati è ancor più rilevante.
Unione Petrolifera: «Bloccare diesel euro 5 e 6 non serve a diminuire il Pm10»
“Interventi anche modesti sulla pulizia e manutenzione delle strade cittadine – continua la nota dei petrolieri – darebbero quindi risultati di gran lunga superiori in termini di abbattimento delle emissioni di Pm10, come dimostrano le esperienze europee, rispetto agli effetti praticamente nulli derivanti dal blocco delle auto diesel euro 5 e euro 6”, osserva l’Up ricordando che “nelle motorizzazioni euro 5 e 6, le emissioni di particolato derivano solo in piccola parte dalle emissioni allo scarico (sia primarie che secondarie), mentre in larga percentuale sono dovute al deterioramento per attrito di pneumatici, freni e del manto stradale (le cosiddette emissioni non-esauste), che tra l’altro tendono a crescere rapidamente con l’aumento del peso del veicolo”. >> Tutte le notizie dall’Italia