Anche in Italia è arrivata l’epatite acuta pediatrica di natura sconosciuta che sta spaventando l’Europa. Al momento sarebbero una decina i casi sospetti segnalati. Uno confermato è a Prato. Un bambino di 4 anni ha sviluppato la patologia molto aggressiva: così dopo un ricovero all’ospedale Meyer di Firenze è stato trasportato all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, nel timore di doverlo sottoporre ad un trapianto di fegato. Ma quali sono i sintomi dell’epatite nei bambini? Esiste una correlazione con Covid e vaccini anti Coronavirus? Facciamo chiarezza, riferendo l’opinione degli esperti. Ecco cosa sappiamo.
Epatite, altri casi sospetti in Italia: i sintomi, come si prende
«Il bambino è arrivato con una crisi respiratoria e dolore all’addome: è stato ricoverato la sera di mercoledì ed è peggiorato in modo improvviso il giovedì mattina. Non aveva sintomi riconducibili all’epatite. È dalle analisi al fegato che che si è poi capito che poteva trattarsi di un caso sospetto di epatite acuta pediatrica», ha spiegato a «Leggo» Pier Luigi Vasarri, il primario di pediatria dell’ospedale Santo Stefano di Prato. Lui ha avuto in cura il bambino poi trasferito al Meyer e infine a Roma al Bambin Gesù. Tra gli accertamenti fatti al piccolo anche quelli per il Covid: il paziente è risultato negativo ma aveva gli anticorpi alti. Non si era sottoposto al vaccino quindi i medici ritengono che possa aver contratto il virus in precedenza. Ora le sue condizioni sono stabili. Nonostante al momento sia stata scansata l’ipotesi di un trapianto, le indagini vanno avanti. Risultano essere negativi anche i primi esami virologici per l’adenovirus.
Galli: «Sono da escludere il legame con il Covid e il vaccino»
Massimo Galli, infettivologo e già presidente della Simit, ha detto a «Il Resto del Carlino»: «Immagino nel prossimo futuro emergeranno altri casi di epatiti acute nei bimbi, anche già avvenute nelle settimane passate. A causarle potrebbe essere un virus che finora non abbiamo inquadrato. Trattandosi di bambini, se vi dovesse essere una trasmissione virale, penserei a una di tipo orofecale. Mentre sono da escludere legami con il Covid e con il vaccino bambini». Per Galli “è poco probabile che siano epatiti tossiche, perché queste sono in genere iperacute e la correlazione con cibo ingerito o con farmaco assunto è più facile da individuare”.
Giuseppe Indolfi, responsabile del reparto di epatologia del Meyer e consulente dell’Oms, ha parlato dei sintomi più comuni: raffreddore, mal di gola, vomito, diarrea. «L’ipotesi è che si tratti di una forma virale perché ne ha tutte le caratteristiche. È chiaro che la possibile associazione tra presenza del virus nel paziente e l’epatite deve essere vagliata con attenzione perché sarebbe qualcosa di nuovo e di diverso da quello che comunemente ci aspettiamo da questo virus», ha detto l’esperto. Secondo Indolfi «l’associazione è più forte con l’adenovirus che con il Covid». Il legame con il Covid secondo gli esperti non sarebbe tanto di natura causale. Piuttosto esso sarebbe da ricondurre al lockdown che ha tenuto i bambini piccoli lontani dai primi contatti con i virus.
Epatite nei bambini, aumentano i casi: cosa dicono gli esperti
La non correlazione con il Covid l’ha garantita anche Galli: «Per diversi anni, quando avevamo solo possibilità di identificare epatiti A e B, il resto lo chiamavamo Non A e Non B, ora conosciamo bene il virus E, C e D. Non si può escludere, ma è davvero molto improbabile, invece, che sia implicato il nuovo coronavirus: in alcuni bambini è stato rilevato ma in molti altri non sono risultati esserci evidenze di positività attuale al Sars-Cov-2 e non è emersa una conferma sierologica dell’infezione avvenuta in precedenza. Molto improbabile anche che sia un effetto collaterale da vaccino anti Covid, perché molti dei colpiti sono sotto i 5 anni, e in questa fascia di età non sono vaccinati per definizione». Gli esperti, come dicevamo, escludono categoricamente il vaccino tra le possibili cause. Leggi anche l’articolo —> Epatite acuta a Prato, bimbo di 4 anni gravissimo: medici sospettano “sindrome da lockdown”