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Morto il “Fantasma di Kiev”, l’Ucraina conferma: svelata la sua identità, ecco chi era

30/04/2022 11:00

Il “Fantasma di Kiev”, il misterioso pilota che all’inizio della guerra in Ucraina era stato celebrato come eroe della resistenza per aver abbattuto almeno 40 aerei russi, è morto il 13 marzo. La notizia della sua scomparsa, già circolata e poi smentita, è stata ora confermata dalle autorità ucraine. Rivelata l’identità del pilota: si tratterebbe del maggiore Stepan Tarabalka. L’indiscrezione è stata rilanciata in questi minuti da «TgCom24» e da « Libero Quotidiano». Quest’ultimo ora manifesta apprensione per le sorti di Kiev e osserva: “Per Zelensky ora si mette malissimo”.

Fantasma Kiev

Morto il “Fantasma di Kiev”, l’Ucraina conferma: svelata la sua identità, ecco chi era

È morto “il fantasma di Kiev”. Una notizia sconvolgente per l’esercito ucraino sia dal punto di vista morale che bellico. Il maggiore Stepan Tarabalka è stato ucciso in battaglia in Ucraina. Proprio lui acclamato dai più sui social come eroe nazionale: era diventato l’incubo dei caccia russi, era riuscito ad abbatterne ben 40. Un cecchino dei cieli, un abile militare. Nulla si sapeva di lui, non si era mai saputa l’identità. Chi fosse è saltato fuori soltanto dopo la morte: è stato il «Times» a rivelarlo, mostrando una foto sua in tenuta da aviatore e in abiti civili, insieme alla compagna. Tarabalka, padre di un bambino, sarebbe stato ucciso durante un combattimento aereo contro “soverchianti forze nemiche”. Secondo il quotidiano londinese, l’uomo lascerebbe la moglie Olenia e il figlio di 8 anni, Yarik. È stato insignito della massima onorificenza ucraina, l’Ordine della Stella d’Oro, per il suo coraggio in combattimento, e gli è stato conferito postumo il titolo di Eroe dell’Ucraina.

Fantasma Kiev

«Già da piccolo sognava il cielo, di diventare un pilota»

Che Tarabalka fosse davvero il celebra “Fantasma di Kiev”, però, la famiglia non può confermarlo: “Tutto ciò che sappiamo è che nostro figlio stava conducendo una missione di volo. Ha compiuto la missione, ha fatto il suo dovere. Ma non è più tornato a casa”, hanno riferito i genitori, Evon e Nahtalia. “Già da piccolo sognava il cielo, e sperava di poter un giorno volare sopra le nuvole. Diventare un pilota era il suo sogno, e lui ci ha messo tutto se stesso per farcela”, hanno riferito i familiari commossi. Leggi anche l’articolo —> Putin malato? La verità tutta in un video, il gesto spontaneo: cosa ha fatto con Lukashenko

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