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Federico Aldrovandi ucciso 15 anni fa da quattro poliziotti, il padre: «Ogni anno incubo si ripete»

25/09/2020 12:55

Quindici anni fa moriva Federico Aldrovandi, 18enne ucciso a Ferrara durante un controllo della Polizia e divenuto un simbolo della lotta agli abusi dello Stato. «Il 25 settembre di ogni anno, giunta l’alba, si ripete quello che per me rimarrà per sempre un incubo, o peggio, il ricordo orribile dell’uccisione di un figlio da parte di chi avrebbe dovuto proteggergli la vita», scrive oggi sul suo profilo Facebook il padre del giovane, Lino Aldrovandi. La madre, Patrizia Moretti, ha affidato a Twitter il suo pensiero. Un invito a “non dimenticare” accompagnato da un video-omaggio della curva ovest della Spal, la squadra del giovane scomparso nel 2005.

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Federico Aldrovandi

Federico Aldrovandi ucciso 15 anni fa da quattro poliziotti, il padre: «Incubo che si ripete»

“Federico Aldrovandi nato a Ferrara il 17 luglio 1987, terminò forzatamente la sua breve vita ad appena diciotto anni. Alle ore 06:04 di un assurdo 25 settembre 2005, sull’asfalto grigio e freddo di via Ippodromo, di fronte all’entrata dell’ippodromo, in Ferrara, in un luogo forse troppo silenzioso. Ucciso senza una ragione all’alba di una domenica mattina da 4 persone con una divisa addosso. I loro nomi: Monica Segatto, Paolo Forlani, Luca Pollastri ed Enzo Pontani”, ha scritto Lino Aldrovandi, il padre di Federico. I quattro agenti sono stati condannati in via definitiva a tre anni e sei mesi per eccesso colposo in omicidio colposo, pena poi ridotta a sei mesi per l’indulto.

Federico Aldrovandi

«Le urla di Federico con quelle sue parole di basta e aiuto sentite anche a centinaia di metri»

Il padre di Federico Aldrovandi ha ricordato poi quello che non gli darà mai pace: “Le urla di Federico con quelle sue parole di basta e aiuto sentite anche a centinaia di metri, ma non da quegli agenti (atti processuali). Anzi, il quarto, quello proteso in piedi a telefonare col cellulare di un collega, mentre Federico è a terra bloccato, a tempestarlo di calci (testimonianza in incidente probatorio del 16 giugno 2006). Un’immagine ai miei occhi di padre non diversa, anzi peggiore, considerandone gli autori di quel massacro (54 lesioni Federico aveva addosso, la distruzione dello scroto, buchi sulla testa e per finire il suo cuore compresso o colpito da un forte colpo gli si spezzò o meglio gli fu spezzato) rispetto ad altri casi orribili in cui la violenza l’ha fatta da padrona. Perché?”. La verità è che Federico è morto a 18 anni e li avrà per sempre. Strappato alla vita troppo presto, rubato di un suo diritto-dovere: diventare uomo. Leggi anche l’articolo —> “Se sei ubriaca sei in parte responsabile dello stupro”: post choc del Comune di Ferrara, poi le scuse