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Federico Rampini positivo al Covid a New York: altro che sanità privata, un sistema efficiente

23/10/2020 13:22 - Aggiornamento 23/10/2020 13:25

Su “Repubblica” il racconto di Federico Rampini, corrispondente estero, che dal 2000 vive a New York. Una testimonianza lucida che spiega come si stia gestendo l’emergenza. Un resoconto dal didentro, il 64enne genovese, infatti, è risultato positivo al Coronavirus. Il test del tampone all’ambulatorio City-Md sulla 57esima strada e Ottava Avenue: “gratuito, venti minuti di fila senza prenotazione, cinque di attesa per il risultato”, scrive il giornalista, che spiega di aver ricevuto la visita di una delle 10mila persone assunte nella task force locale dei Covid-Contact-Tracer.

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Federico Rampini

Federico Rampini positivo al Covid a New York: altro che sanità privata, un sistema efficiente

«Prima gli sms, e le telefonate a casa, poi si è presentata lei in carne ed ossa: la mia tracer. ‘Possiamo ospitarla in albergo, a spese dello Stato di New York? Ha bisogno di cibo o medicine? L’ aiuterebbe l’ assistenza di uno psicologo?’. La signora di mezza età, etnicamente cinese, si era fatta annunciare in portineria chiedendo il permesso di salire da me (“qualcuno si rifiuta di ricevermi”)», racconta per filo e per segno Federico Rampini. La tracer ha preso alcune informazioni sul giornalista: ha chiesto se viveva da solo, quali sintomi avesse, se c’era necessità di un assistente sociale. «La tracer mi ha chiesto di aiutarla nel ricostruire dove può essere accaduto il contagio. Mi ha domandato nomi e recapiti di persone che possono avermi frequentato da vicino quando ero già portatore del virus. Mi ha suggerito di scaricare sul mio smartphone la app Immuni, versione newyorchese, in modo da avvisare automaticamente gli altri nelle mie vicinanze. Questa app, ha precisato, protegge la mia privacy: allerta senza fornire la mia identità ai destinatari», ha affermato.

Federico Rampini

«Oggi questa metropoli sta facendo più test quotidiani di tutta l’Italia. Di regola i tamponi sono gratis, come le cure»

La stessa tracer ha dato a Federico Rampini delle indicazioni sulla gestione dell’isolamento da Covid: questi può uscire di casa per visite mediche; a dieci giorni dal tampone positivo, se sarà stato senza sintomi per più di 48 ore, potrà considerare conclusa la quarantena, e andare a fare un nuovo tampone per conferma. Soltanto per sintomi gravi è previsto il ricovero ospedaliero. «È stato un incontro molto politically correct, nel rispetto della privacy e dei diritti, ma anche sotto il segno dell’ efficienza», ha scritto il giornalista. Un confronto «non inutile»: «Oggi questa metropoli sta facendo più test quotidiani di tutta l’Italia. Di regola i tamponi sono gratis, come le cure: questa è una delle poche novità davvero positive della pandemia, una mini-riforma strisciante che ha trasferito a carico delle finanze pubbliche gran parte della spesa almeno finché dura l’emergenza. Colpisce il reclutamento e la formazione dei diecimila tracer, con la missione di individuare e sorvegliare i focolai, un condominio alla volta. La lezione asiatica è stata studiata». Leggi anche l’articolo —> Coronavirus Lombardia, Fontana: «Se impennata continua, possibile lockdown»