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Focolaio all’ospedale di Lodi: «Qui è un lazzaretto, ognuno fa quello che vuole»

12/12/2020 09:20 - Aggiornamento 12/12/2020 09:28

«Questo ospedale è un lazzaretto, colleghi che fumano sui ballatoi anche se escono da aree Covid e dipendenti dell’impresa di pulizie che usano l’ascensore comune con panni sporchi di pazienti positivi. Ogni giorno preghiamo di uscire indenni dal turno», questa la denuncia di un dipendente dell’ospedale di Lodi a “Fanpage”. Monta la rabbia del personale nei confronti però non soltanto dei responsabili del nosocomio, ma anche nei confronti dei colleghi. «È come essere su un barcone che sta affondando e continua ad imbarcare acqua. Noi operatori sanitari siamo pienamente esposti a rischi, abbiamo paura, angoscia e ansia. Per aiutarci sono arrivati dall’esercito, ma non basta. Non è stato fatto nulla per evitare questa situazione», ha riportato quella stessa fonte.

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Focolaio Covid ospedale di Lodi: la testimonianza di un dipendente a “Fanpage”

«La situazione è critica. I medici e gli infermieri scappano e non vengono sostituiti. Tanti altri, invece, si ammalano», queste le parole di un dipendente dell’ospedale di Lodi. E il focolaio scoperto in Medicina, che ufficialmente non è reparto Covid, ne è una prova. «La zona filtro annunciata, ad oggi (venerdì 11 dicembre, ndr), ancora non c’è. E noi rischiamo di portare in giro il virus da un reparto all’altro», ha sottolineato un dipendente a “Fanpage”. I medici del reparto Covid non getterebbero i dpi utilizzati negli spazi dei degenti positivi, all’interno di cestini appropriati, ma li lascerebbero in contenitori lungo i corridoi dei reparti. Un altro dipendente ha rimarcato: «Serve più sicurezza, più vigilanza. Qui ognuno va dove vuole e come vuole».

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«Qui è un lazzaretto, non c’è vigilanza: ognuno fa quello che vuole»

Anche gli accessi agli ascensori non sarebbero gestiti come si deve: «Non è possibile che un dipendente dell’impresa di pulizia esca dal vano con un sacchetto rosso in uscita dall’area Covid e si faccia una passeggiata. Dovrebbe fare un altro percorso, anche solo se i panni sporchi sono di un sospetto positivo. Qui è un porto di mare», ha detto il dipendente dell’ospedale. Toni esasperati: «Ci tolgono le ferie perché non c’è personale. Facciamo turni massacranti, condizioni di lavoro che nemmeno nel terzo mondo», hanno concluso. Secondo un’ulteriore fonte consultata da “Fanpage”, tra ieri e oggi, giovedì 10 e venerdì 11 dicembre, sono stati lasciati a casa nove dipendenti perché trovati positivi al Covid-19: «Lavorano tutti ammassati, gli spazi sono ampi ma non tanto quanto, ad esempio, la cucina del Niguarda. E poi, se i carrelli che escono dalla cucina attraversano tutti i reparti indistintamente, è normale che prima o poi qualcuno si infetti»Leggi anche l’articolo —> Elena Baraldi chi è la prima italiana vaccinata contro il Coronavirus