L’11 marzo 2011 un terremoto di magnitudo 9 al largo della costa nordorientale, il più forte mai registrato, ha distrutto la città di Fukushima. Il terremoto ha causato poi un enorme tsunami e la fusione di tre reattori nucleari presso la centrale di Fukushima Daiichi, distrutta dalla potenza dell’onda, provocando un triplice disastro. A seguito di ciò i dintorni delle aree urbane dove erano presenti i reattori si sono spopolati. I terreni agricoli hanno subito lo stesso destino e oltre 17mila ettari di terreni sono stati abbandonati. Il governo giapponese ha speso circa 250 miliardi di euro per ricostruire la regione di Tohoku devastata dallo tsunami.

Tuttavia il disastro ha lasciato ancora degli strascichi. Infatti le aree intorno all’impianto nucleare di Fukushima non sono praticabili. La produzione agricola e l’industria ittica faticano a scrollarsi di dosso la reputazione legata alla scarsa sicurezza degli standard alimentari. I cittadini che prima vivevano in quel luogo, si portano dietro la preoccupazione per i livelli di radiazioni. Inoltre l’incidente ha provocato la paura della popolazione per i potenziali effetti sulla salute. I timori sono aumentati significativamente in seguito alle segnalazioni di un’alta incidenza di cancro alla tiroide nei bambini che vivevano nella prefettura di Fukushima al momento del disastro. A tal proposito Unscear, il comitato scientifico delle Nazioni Unite per lo studio degli effetti delle radiazioni, ha dichiarato che “sulla base delle prove disponibili, il grande aumento del numero di tumori della tiroide rilevati tra i bambini esposti non è il risultato dell’esposizione alle radiazioni”.>>Tutte le notizie