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Gas in rubli, Draghi toglie la parola a Cingolani: maretta con il ministro

03/05/2022 14:52 - Aggiornamento 03/05/2022 15:03

Il pagamento del gas russo in rubli? È su questa domanda che si è fatto teso il clima tra il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Ma come svela «Il Tempo» c’è un antefatto dietro: alla vigilia della visita del premier all’Europarlamento, Cingolani avrebbe dichiarato a “Politico.eu” che era il caso di permettere alle aziende di pagare il gas nella moneta di Mosca. Poi è giunta la smentita: a detta del ministero della Transizione ecologica si trattava di un virgolettato inesatto. Ci sarebbe stata dietro la richiesta di rettifica dal premier.

draghi Cingolani

Gas in rubli, Draghi toglie la parola a Cingolani

Durante la conferenza stampa di presentazione del decreto legge Aiuti varato in serata dal CdM, Cingolani è tornato sulla frase incriminata: “La mia proposta è simile a quella della Commissione europea. Le company di energia dovrebbero accontentarsi del pagamento in euro e nella transazione finale i russi dovrebbero considerare il pagamento in rubli dopo la conversione”. Il ministro si è scagliato con i giornalisti: “È uscito questo interessante titolo che io apro ai rubli, abbiamo fatto una smentita, non ho altro da aggiungere, la nostra posizione è chiara fin dal giorno uno, trovo purtroppo questi giochetti, ‘titolo versus contenuto’, abbastanza deplorevoli”.

Cingolani draghi

Maretta, clima teso tra i due

A quel punto Mario Draghi, che tendenzialmente è molto accorto nel non interrompere i suoi ministri, ha tolto la parola a Cingolani: “Comunque la nostra posizione è quella della Francia, della Germania, tutti seguiremo le indicazioni della Commissione al riguardo, non c’è nessuna distinzione dell’Italia dagli altri”. Ma non è finita qui: sempre «Il Tempo» rimarca un altro dettaglio. Si parlava del pagamento del gas in rubli, il ministro della Transizione ha fatto notare con puntiglio che la “geografia dell’energia è un po’ più complessa di come si crede”. Dunque “l’Europa è unita, si deve presentare unita e deve scoraggiare qualsiasi azione individuale”.

Cosa intendesse dire l’ha chiarito poi, lasciando intravedere che l’Ue si muove in acque agitate: “Certo, ci sono delle complicazioni e si stanno affrontando. La Commissione sta affrontando le questioni legali della conversione euro-rubli, ma c’è un’urgenza e l’abbiamo segnalata perché a metà maggio c’è la tranche da pagare. È bene che l’Europa dia un’indicazione univoca e di alto livello e comune a tutti quanti, bisogna lavorare su questo”. Non soddisfatto Draghi è così intervenuto: “È importante che la Commissione esprima un pensiero legale chiaro sul fatto che il pagamento in rubli costituisce circonvenzione delle sanzioni o no. Questo è l’unico modo per tenerci tutti uniti altrimenti ogni Paese farà come crede. Per me è una violazione contrattuale, per questo aspetto con ansia la posizione della Commissione, per capire se dà o no sostengo alla mia convinzione personale peraltro sostenuta da tanti”. Leggi anche l’articolo —> M5s non vota il decreto Energia, scontro al Cdm: muro contro Draghi