Come può l’Italia liberarsi dalla dipendenza del gas russo? Gianluca Zapponini ha intervistato per «Formiche» Marco Fortis, direttore della Fondazione Edison e docente di Economia industriale all’Università Cattolica di Milano. Riscrivere il Pnrr? Tempo perso, il vero nemico dello sviluppo del Paese è la burocrazia. Sono giorni cruciali per il futuro energetico del Vecchio Continente: potremmo però vedere nella guerra scatenata da Putin l’occasione per smarcarci da Mosca.
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Come può l’Italia liberarsi dalla dipendenza del gas russo: il piano di Fortis
Parlando del conflitto tra Russia e Ucraina, arrivato dopo due anni di pandemia, il professor Fortis ha detto: «Questa escalation non è certamente positiva, anche perché in questo momento l’Europa avrebbe avuto bisogno come il pane di un periodo di tranquillità per proseguire la fase di ripresa economica successiva al Covid. Tuttavia non è semplice proiettare gli effetti di questo conflitto sull’economia, anche perché non sappiamo quale esito avrà, né quanto potrà durare». La situazione è ancora troppo «magmatica», difficile fare delle previsioni. Per l’economista però bisogna agire, inutile lasciarsi andare a piagnistei. La crisi energetica è sotto gli occhi di ognuno e l’Italia tra tutti i Paesi dell’Ue è quella che sta messa peggio assieme alla Germania: «Diciamo la verità, siamo stati miopi a non attrezzarci per tempo. Adesso i nodi sono venuti al pettine e dobbiamo trarne delle conseguenze. Di certo non dobbiamo piangerci addosso dopo che per anni non abbiamo investito nella diversificazione, rimanendo ostaggi di una burocrazia dal sapore ideologico», ha spiegato Fortis. Come uscirne? L’economista ha un suo “piano”.
«Adesso bisogna diversificare, ma sul serio»
«Adesso bisogna diversificare, ma sul serio. Oggi persino aprire una drogheria è complicato in questo Paese. Dobbiamo smetterla di guardare agli investimenti come opera del diavolo. Lo sa che la Edison, che copre circa il 20% del fabbisogno di gas, dipende dalla Russia solo per il 7%? Ecco, questo è l’esempio, grazie al terminale di Rovigo che porta il gas dal Qatar. Allora dico, svegliamoci, questo Paese può ridurre la sua dipendenza dalla Russia, diversificando le infrastrutture, cercando gas altrove e spingendo sulle rinnovabili. Ma dobbiamo volerlo, fino in fondo», ha detto Fortis a «Formiche». Che non significa riscrivere il Pnrr: «Se vogliamo energia nostra dobbiamo riscrivere la burocrazia. Mi spieghi che senso ha fare un Pnrr bellissimo se poi non posso fare una centrale perché qualche sindaco si incatena a un palo», ha osservato l’economista.
Sull’ipotesi di Eurobond per finanziare lo sganciamento da Mosca Fortis ha detto: «Vanno bene, ma facciamoli erga omnes. Non mi piace che ci siano gli eurobond per l’energia, per la difesa, per la transizione. Servono eurobond e basta, come i treasuries americani, che sono emissioni di titolo senza un cappello sopra». Leggi anche l’articolo —> Il prezzo della benzina è alle stelle, ma le accise non si toccano: cosa finanziano