Genocidio Namibia – Ven 28 maggio 2021. Per la prima volta la Germania ha riconosciuto di aver commesso “un genocidio” contro le popolazioni degli Herero e dei Namas in Namibia in epoca coloniale. Per questo il paese donerà al popolo africano 1,1 miliardi di euro in aiuti allo sviluppo. A darne notizia in un comunicato il ministro degli Esteri Heiko Maas, che ha accolto favorevolmente la conclusione di un “accordo” con la Namibia dopo più di 5 anni di negoziati.
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Germania: «Abbiamo commesso un genocidio in Namibia nell’era coloniale»
«Sono felice che sia stato possibile raggiungere un accordo con la Namibia su come affrontare insieme il capitolo più buio della nostra storia comune», ha esordito il tedesco Heiko Maas. La Germania per la prima volta ha ammesso le barbarie contro le popolazioni degli Herero e dei Namas in Namibia durante l’era coloniale. “Qualificheremo ufficialmente questi eventi per quello che sono dalla prospettiva odierna: genocidio”, ha detto in un comunicato il ministro. Questi ha così accolto la conclusione di un “accordo” con la Namibia dopo più di cinque anni di difficili negoziati sugli eventi che hanno avuto luogo nel sudovest dell’Africa. Il paese allora era stato colonizzato dalla Germania tra il 1884 e il 1915. Quello in Namibia è considerato da molti storici “il primo genocidio del ventesimo secolo”. I tedeschi hanno massacrato decine di migliaia di Hereros e Namas. I numeri parlano di circa 65.000 delle 85.000 persone della comunità Herero uccise e di almeno 10.000 delle 20.000 dei Nama.
Il riconoscimento però non apre la strada ad alcuna “richiesta legale di risarcimento”
“Alla luce della responsabilità storica e morale della Germania, chiederemo perdono alla Namibia e ai discendenti delle vittime” per le “atrocità” commesse, ha aggiunto il ministro. In un “gesto di riconoscimento delle immense sofferenze inflitte alle vittime”, la Germania sosterrà “ricostruzione e sviluppo” in Namibia attraverso un programma finanziario di 1,1 miliardi di euro. Lo stesso Maas ha specificato che non si tratta di un risarcimento su base giuridica. Tale riconoscimento infatti non apre la strada ad alcuna “richiesta legale di risarcimento”. Come riporta “Rai News”, che cita fonti vicine alle trattative, tale somma verrà corrisposta nell’arco di 30 anni. Essa recherà vantaggio in primo luogo ai discendenti di queste due popolazioni. Leggi anche l’articolo —> Covid, le regioni in zona bianca da lunedì, in Italia il 37% della popolazione è vaccinata