Ginnaste e bulimia. Nel mondo circa 70 milioni di persone soffrono di disturbi alimentari. Queste ossessioni, che possono scaturire da qualsiasi episodio personale e sono vere e proprie malattie mentali, trovano maggiore appiglio in alcuni ambiti, come la ginnastica e la danza professionistica. A dimostrarlo, ancora una volta, è un documentario denuncia realizzato dalla BBC, il quale racconta gli abusi e le violenze fisiche e mentali alla base della “cultura della paura” che ha governato per anni la ginnastica d’élite in Gran Bretagna.
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Ginnaste e bulimia, il documentario della BBC
Divieto di mangiare, abuso di farmaci antidolorifici, obbligo di convivenza con il dolore anche dopo gli infortuni: alcune ex atlete britanniche hanno deciso di raccontare cosa sono state costrette a vivere durante la loro carriera da professioniste. E la BBC ha deciso di raccogliere le testimonianze in un documentario, il quale è destinato a creare molte polemiche e che ha già costretto la federginnastica britannica ad avviare un’indagine indipendente. Perché certe abitudini hanno segnato le vite delle atlete, che ancora oggi combattono contro i demoni che la ginnastica, o meglio il sistema che la infetta, gli hanno lasciato in eredità.
Prima su tutte a raccontarsi è stata Nicole Pavier, la quale ammette che ancora oggi la questione del peso, per lei, è un tabù. Dopo tanti anni di misurazioni giornaliere, e nonostante sia passato parecchio tempo dall’ultimo ritiro, il peso è ancora una piaga che si porta dietro. Oggi Nicole ha 24 anni, e ha scelto di denunciare di fronte alle telecamere della BBC di essere diventata bulimia all’età di 14 anni, tre anni prima di decidere di ritirarsi dalle gare. Una scelta imposta, perché ormai era una persona “completamente svuotata” e costretta a convivere con il “terrore di ingrassare”, con gli inganni studiati per prevenire ogni eventuale aumento di peso che non era in alcun modo accettato.
Ginnaste e bulimia, Pavier: “Solo oggi capisco le conseguenze a lungo termine di quel periodo”
“Solo oggi che sono un’adulta posso capire le conseguenze a lungo termine di quel periodo. Dai disordini alimentari al dolore cronico, dai costanti incubi notturni al non sentirmi mai bene con me stessa”, racconta Nicole Pavier. Proprio le sue parole hanno convinto la direttrice della federazione, Jane Allen, a procedere in un’indagine interna. “I comportamenti di cui siamo venuti a conoscenza negli ultimi giorni sono completamente contrari ai nostri standard di sicurezza. E non possono essere in alcun modo giustificati”, ha commentato.
Nel documentario le ragazze parlano di punizioni, sessioni di allenamenti extra per coloro che venivano sorprese a mangiare fuori dai pasti. Poi ancora di sessioni forzate in palestra anche per le atlete che stavano recuperando la forma fisica dopo un infortunio. Pressioni, abusi, violenze: oggi le ragazze si trovano a combattere contro i danni psicologici permanenti che sono stati loro causati, insieme ad ansia e depressione.
Il documentario ha puntato le luci contro Claire Barbieri, l’allenatrice della Pavier, oggi sotto accusa insieme ad altri. Pur avendo riconosciuto i costanti controlli che lei stessa effettuava sulle atlete, ha però negato ogni tipo di violenza. “Eppure ancora oggi io odio il mio corpo, mi sento sempre grassa. Mi sveglio la mattina e non voglio fare colazione. Certi giorni poi non mangio del tutto”, ha risposto Nicole Pavier. >>Tutte le notizie di UrbanPost