Governo Conte news. Mes, Mes e ancora Mes. Mercoledì 9 dicembre nei Palazzoni romani si voterà per la risoluzione della riforma sul Fondo salva-stati, e a riguardo la maggioranza è ancora letteralmente divisa. Da una parte, infatti, ci sono gli scettici del Movimento 5 Stelle che potrebbero mettere in piedi un vero e proprio colpo di Stato votando no. Ma non bisognerebbe giocare in questo momento: quello sul Mes è un voto cruciale, a cui l’Europa sta guardando con molta attenzione. “L’Italia sta giocando con il fuoco”, ha infatti scritto il Die Welt. Le discussioni poi non finiscono qui: a creare dissidi c’è anche il nodo del Recovery Fund, e di quella task force che Matteo Renzi sembra non voler assolutamente appoggiare. Insomma: al Presidente Conte aspetta un vera e propria corsa a ostacoli. Una gara che rischia di porre fine al suo mandato.
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Governo Conte news, all’interno della maggioranza è guerra civile
C’è quindi anche la questione di quei 37 miliardi destinati alla sanità, l’ennesimo punto che divide la coalizione. Alcuni invocano addirittura Rousseau: “Se si vuole cambiare idea sulla riforma del Mes, usiamo la piattaforma”, ha dichiarato il sottosegretario al Mef Alessio Villarosa. Più che una decisione per il Paese, sembra stia diventando una guerra civile tra dem e grillini. “Questa prova non ha un appello. Il PD è entrato in coalizione per modificare la collocazione dell’Italia e recuperare la sua vocazione europeista. Se ci fosse uno stop sul percorso che noi riteniamo fondamentale e che tanti benefici ha portato al Paese, ecco, se ci fosse un ritorno al Conte uno, allora è evidente che non avrebbe più senso portare avanti questa esperienza“. Le parole di Graziano Delrio, capogruppo del PD alla Camera, riecheggiano tra le mura romane.
Per quanto lo si voglia negare, c’è una tempesta a Roma, un temporale che fa sembrare il tanto chiacchierato rimpasto sempre più vicino. E questo anche se “il problema non sarebbe il Premier”, ma “il governo, che non può essere il fine, ma il mezzo per realizzare le cose”. Certo non è della stessa opinione Matteo Renzi, che invece ha dichiarato che secondo lui il voto parlamentare sul Salva Stati non riserverà sorprese, ma in caso contrario sarebbe “naturale che il presidente del Consiglio” consegnasse le sue dimissioni. Questo, anche se “penso e credo che il Movimento Cinque stelle non impallinerà Conte in Parlamento”.
Governo Conte news, la minaccia di espulsione ai grillini
Dopo la Camera, bisognerà andare ai tavoli europei. E nemmeno lì si prospetta una battaglia semplice per il Presidente. Al Consiglio europeo dovrà affrontare un difficile negoziato con Polonia e Ungheria, e soprattutto dovrà vedersela con chi comincia a far filtrare non poche preoccupazioni riguardo alle news sul governo Conte e alla tenuta del suo esecutivo. Il tutto, considerando che la pazienza ai vertici è letteralmente al limite. “Quando si dice che mercoledì non è in ballo il governo, quando si dice che si può andare in sede europea a obbligare a fermare tutti, che su questo argomento non c’è stato confronto, è tutto inutile”, ha sottolineato una fonte del Movimento 5 Stelle.
Tra l’altro, tra i corridoi si vocifera che i pentastellati che voteranno no alla riforma, potrebbero dover prendere subito dopo la via della porta. Anche perchè Luigi Di Maio si è dimostrato essere in pieno asse con il Premier: “Basta con le polemiche”, “non si gioca con il futuro dell’Italia”, ha dichiarato nei giorni scorsi. E pure le parole di Vito Crimi sembrano confermare questo rumor: “Chi voterà contro la risoluzione scritta dai gruppi di maggioranza rischia quel che rischia chi va contro le decisioni del suo gruppo”. Il che, tradotto in una sola parola, significa espulsione.
Delrio: “Le alleanze si fanno per raggiungere degli obiettivi”
C’è poi Delrio, che sembra essere particolarmente stufo dei litigi interni che si stanno verificando nella coalizione. “Le alleanze si fanno per raggiungere degli obiettivi. Il PD c’è se gli obiettivi sono chiari e si lavora per centrarli. L’europeismo per noi è irrinunciabile”, ha dichiarato a Repubblica. Insomma, il suo sembra essere una sorta di ultimatum, delle parole che suonano come quelle della maestra quando ordina “basta” ai bambini che fanno i capricci. Ma il rimprovero non è rivolto solamente ai 5S, bensì anche allo stesso Conte: “Abbiamo trattato un anno con l’Europa per giungere a questa stesura della riforma. Se poi in Italia non l’approviamo, perderemo la nostra credibilità”, ha sottolineato. Anche perchè non si può solamente “tirare a campare” quando si gioca con la vita dei cittadini.
E sebbene tutti gli indizi possano portare a pensare a un eventuale rimpasto, vista anche la necessità dei voti di Forza Italia per far passare la riforma sul Mes, Conte ha ribadito il suo “no”. Anche se, tuttavia, sembra un “no” duro, ma non assoluto. “Se una forza dovesse ravvisare l’opportunità di migliorare la sua squadra, questo sarebbe un altro discorso”, ha dichiarato. Insomma: uno spiraglio aperto lo ha lasciato.
Intanto, domani è attesa la cabina di regia sul Recovery Fund. Ma Conte non ufficializzerà i nomi dei sei manager che dovranno monitorare i progetti: è perfettamente consapevole che, altrimenti, proporrebbe l’ennesimo argomento di discussione. E di sicuro questo non è il momento giusto di lanciare carne fresca ai piranha in attesa. >> Tute le notizie di UrbanPost