Governo Draghi cade? È il quesito che si stan ponendo molti Italiani in questo momento in vista della prima votazione per l’elezione del presidente della Repubblica prevista per il 24 gennaio. Il direttore di «Libero Quotidiano» Alessandro Sallusti non ha dubbi a riguardo: l’esecutivo guidato da Mario Draghi, a prescindere dalla candidatura di Berlusconi, indipendentemente da chi siederà al Colle, ha le ore contate. Ed effettivamente se la maggioranza si spacca sul Quirinale, vien da sé che il governo rischia. Un pronostico su questo, e la dice lunga sull’intelligenza dell’ex numero uno della Bce, l’aveva fatto lo stesso premier alla conferenza stampa di fine anno.
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Crisi di governo nell’aria, “a prescindere da Berlusconi”: la previsione di Sallusti su Draghi
“Certamente è uno scenario da temere. Avendo detto che ci vuole una maggioranza ampia, anche più ampia di quella attuale, perché l’azione di questo Governo continui, è immaginabile, e questo lo chiedo a tutti, ma soprattutto alle forze politiche, una maggioranza che si spacchi sull’elezione del Presidente della Repubblica e si ricomponga magicamente quando è il momento di sostenere il Governo? Questa è la domanda che dobbiamo farci”. Aveva detto così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nella conferenza stampa svoltasi il 22 dicembre scorso. Parole su cui oggi dovremo riflettere un po’ tutti perché è evidente che un accordo tra i leader politici sul Quirinale sia ancora parecchio lontano, nonostante manchi meno di una settimana alla prima votazione. Del match del Colle si è ampiamente discusso a Quarta Repubblica, in onda su Rete 4. Nei panni di ospite Alessandro Sallusti, parlando del prossimo capo dello stato ha detto: “Quando Berlusconi è candidato per qualcosa parte la corsa al tutti contro Berlusconi”. Per il direttore di «Libero», “la questione del divisivo è molto pretestuosa” dal momento che “tutti i presidenti della Repubblica sono divisivi” proprio perché “sono eletti da una parte che prevale sull’altra”.
«Inutile agitare lo spauracchio…»
Sallusti ha rimarcato che anche Sergio Mattarella, “partiva da un numero di elettori certi inferiore a quello che oggi avrebbe Berlusconi”. Il direttore di «Libero» si è lasciato ad una previsione: l’esecutivo Draghi “al 90 per cento cade con qualsiasi presidente della Repubblica venga eletto. Quindi è inutile agitare lo spauracchio che se eleggono Silvio Berlusconi il governo cade. Non è la candidatura del Cavaliere al Colle il problema di questa maggioranza”. Leggi anche l’articolo —> Match del Quirinale, Renzi e la strategia dell’istrice: chi vuol davvero mandare al Colle